Riascoltando Cesare Romiti

Mi chiedo se tutti  coloro che per un certo  periodo hanno identificato in Cesare Romiti il “nemico di classe”, hanno provato la mia stessa impressione nel ri-ascoltare in tv il vecchio amministratore delegato della Fiat. Ma era proprio quel distinto e saggio signore l’uomo che faceva da contrappeso alle aperture di Gianni Agnelli? Ascoltarlo oggi in TV (La 7) mi ha fatto veramente impressione,e mi ha ricordato che una buona cultura e un forte senso della propria responsabilità e, insieme, della propria dignità, creano le condizioni per ripensare anche ai toni di certe asprezze del passato che pur nella durezza della contrapposizione appaiono oggi ben altra cosa del triste presente. Non è, del resto la prima volta, che gli italiani vengono indotti a riflettere sulla profonda differenza tra liberismo e liberalismo. L’Italia non ha una tradizione socialdemocratica, ma ha certamente una buona tradizione liberale che ha dato un contributo a tutte le altre scuole di pensiero e, per questa via, ha dato molto all’unità della nostra nazione. Cavour, Casati, Soleri, Gobetti, Scialoja, Gaetano Salvemini, Benedetto Croce, Mario Pannunzio, Ugo La Malfa, Raffaele Mattioli, Gigliola e Franco Venturi, Elvira Ajetta, don Giuseppe De Luca, Primo Levi, Massimo Mila, Franco Antonicelli, Gustavo e Paolo Boringhieri, Michele e Lisetta Giua sono stati maestri per giovani e meno giovani di opposte ideologie e diversi percorsi culturali e politici e ciò è stato importante nel determinare una comune cultura italiana. Che andava dal PLI al PCI e che, ascoltando dopo molti anni Cesare Romiti, abbiamo sentito improvvisamente tornare, a conforto di un’italia depressa e di un’etica laica.   l.b.

Schede e storico autori