La corruzione secondo gli studenti europei: i risultati di un’indagine in 6 paesi

Michela Boldrini presenta i risultati di un sondaggio sulla corruzione condotto di recente dall’Associazione “Etica e Economia” su un campione di oltre mille studenti iscrtitti alle scuole secondarie superiori di sei paesi europei. I risultati del sondaggio permettono di conoscere la percezione che gli studenti hanno del fenomeno e delle sue tendenze, il giudizio che ne danno, i comportamenti che terrebbero di fronte al rischio di corruzione e fanno emergere anche alcune interessanti differenze tra i vari paesi.

“Etica ed Economia” grazie alla collaborazione della FNISM e degli organizzatori della XVI edizione del premio “Marco & Alberto Ippolito” ha potuto condurre un’indagine sulla corruzione presso 10 scuole europee[1]. Il questionario, con pochi adattamenti, è lo stesso già sottoposto agli studenti della Facoltà di Economia della Sapienza e a un liceo romano.

Tra Ottobre 2017 e Marzo 2018, più di mille studenti di scuole secondarie superiori in Italia, Polonia, Rep. Ceca, Bulgaria, Svezia, Romania e Canada, hanno risposto al questionario di “Etica ed Economia”. I risultati sono stati presentati in un convegno presso l’Università “Ovidius” di Contanta, in Romania, il 27 aprile scorso in occasione dell’incontro annuale delle scuole .

Il questionario aveva diversi scopi:

  1. rilevare la percezione che gli studenti hanno della diffusione della corruzione, tenendo conto anche delle loro esperienze dirette;
  2. porre a confronto i giudizi morali degli studenti sull’accettabilità della corruzione con i comportamenti che loro stessi terrebbero di fronte a situazioni a rischio di corruzione;
  3. individuare i fattori che a loro giudizio favoriscono la diffusione della corruzione e un atteggiamento indulgente nei suoi confronti.
  4. Cogliere eventuali differenze tra le scuole di diversi paesi.

I ragazzi che hanno risposto sono stati 1043 studenti (511 maschi e 529 femmine), con un’età media di poco superiore a 18 anni. La Tabella 1 riporta le scuola che hanno partecipato al progetto e il numero di risposte raccolte in ciascuna di esse che, come si vede, non è risultato omogeneo.

Tab. 1: Numerosità del campione, per scuola

La diffusione del fenomeno

Per cogliere la loro percezione della diffusione del fenomeno è stato chiesto agli studenti di commentare i risultati di un’ indagine internazionale secondo cui 1 individuo su 4 al mondo ha pagato una tangente. Per il 47,5% degli studenti il fenomeno è più diffuso; solo una piccola minoranza (6,8%) ha l’opinione opposta. Il rimanente 45% circa si divide abbastanza equamente tra chi non sa e chi pensa che la diffusione sia esattamente quella indicata.

Esaminando le risposte delle singole scuole (Fig. 1) si osserva che:

  • L’opzione secondo cui la diffusione sarebbe maggiore non risulta la più votata a Rosarno, in Canada e in Svezia – dove i “non so” vengono al primo posto – e in Bulgaria dove prevale la percezione che la diffusione sia esattamente quella. In Svezia, in particolare, i ragazzi secondo cui la diffusione effettiva è “maggiore” sono meno di quelli che la considerano “inferiore”.
  • La Svezia e Romania descrivono due situazioni antitetiche: in Svezia le risposte degli studenti portano alla conclusione che la corruzione è un fenomeno non molto diffuso, mentre in Romania vale esattamente il contrario.

 

Fig. 1: “Secondo un’ indagine internazionale 1 individuo su 4 al mondo ha pagato una tangente. Ritieni che nella realtà che tu conosci la percentuale sia uguale/inferiore/superiore/non saprei”

Si è poi chiesto di esprimere un parere sulla tendenza della corruzione negli ultimi 10 anni. Il 52.4% degli studenti dichiara che la corruzione è aumentata; per il 19.2%, è rimasta costante, mentre solo il 9% ha l’impressione che sia diminuita. Il 19.3% non sa.

Esaminando le risposte delle singole scuole (Fig. 2) risulta che:

  • In tutti i paesi la percezione dominante è che la corruzione sia aumentata, fatta eccezione per la Rep. Ceca e la Svezia dove i ‘non so’ sono la prima opzione.
  • In Canada e in Polonia il fenomeno sarebbe diminuito secondo una percentuale notevole di studenti
  • Le risposte dei ragazzi di Cisternino appaiono particolarmente pessimistiche.

Fig. 2: “Ritieni che negli ultimi 10 anni nel tuo paese la corruzione sia..”

 

Dall’insieme di queste due domande emerge che secondo la grande maggioranza degli studenti la corruzione è molto diffusa e in crescita. L’eterogeneità delle risposte è, però, abbastanza pronunciata: vi sono paesi (come la Romania) dove è molto marcata la percezione che il fenomeno sia diffuso e in crescita, e paesi (come la Svezia) dove si ritiene che esso sia poco diffuso anche se in crescita. Nelle scuole italiane (meno marcatamente a Rosarno) la situazione è del primo tipo.

Per avere un’idea più precisa di dove si annidi la corruzione, è stato chiesto di assegnare un punteggio compreso tra 1 (assenza di corruzione) e 10 (corruzione molto diffusa) a 13 diversi contesti:

  1. Istituzioni Europee
  2. Partiti politici e Governo nazionale
  3. Polizia e esercito
  4. Organi di stampa
  5. Organizzazioni religiose
  6. Imprese private
  7. Imprese pubbliche
  8. Sistema scolastico
  9. Tribunali
  10. Ospedali e sistema sanitario
  11. Pubblica amministrazione
  12. Banche e operatori finanziari
  13. Sistema universitario

 

Fig. 3: Percezione della diffusione della corruzione in diversi contesti, per genere [intero campione]

 

I punteggi nettamente più alti li ottengono – in particolare secondo il giudizio degli studenti maschi – i partiti politici e il governo nazionale, mentre non emergono grandi differenze tra le valutazioni assegnate agli altri ambiti (Fig. 3).

Analizzando le risposte delle singole scuole, emerge che i partiti politici e il governo nazionale conquistano sempre la posizione più alta con l’unica eccezione della Svezia, dove si collocano al secondo posto dietro gli organi e le agenzie di stampa che sorprendentemente occupano il primo posto. Contrariamente a quanto avviene per la posizione più alta, c’è ben poca omogeneità nelle scelte riguardanti le posizioni più basse. Gli ambiti considerati meno corrotti da una o più scuole sono: le istituzioni europee, le organizzazioni religiose, gli organi e le agenzie di stampa (che però sono ritenuti tra i più corrotti dagli studenti della Bulgaria, Rep. Ceca, Polonia e Svezia), gli ospedali, le forze dell’ordine, le banche e gli intermediari finanziari (considerati l’ambito meno corrotto in Rep. Ceca) e le scuole.

Nonostante la grande eterogeneità, è interessante notare che alcuni ambiti non appaiono mai tra le posizioni più ‘virtuose’: le pubbliche amministrazioni, le imprese pubbliche e private, i tribunali, le università e, naturalmente, i partiti politici e il governo nazionale.

L’esperienza della corruzione

Per accertare le loro coinvolgimento diretto nel fenomeno, è stato chiesto agli studenti se fossero mai stati vittime di episodi di corruzione: il 73.1% ha risposto negativamente, mentre il 26.9% ha vissuto almeno una volta questa esperienza. I risultati più rilevanti riguardano:

  • la Romania, dove quasi il 50% degli studenti dichiara di esser stato vittima di corruzione almeno una volta nella vita;
  • Rosarno, dove solo il 10% sostiene di aver avuto una simile esperienza diretta.

Fig. 4: Percentuale di ragazzi che dichiarano di esser stati vittime di corruzione almeno una volta

E’ stato effettuato anche un controllo diretto a verificare se l’esperienza della corruzione influenzi la percezione della sua diffusione nei 13 ambiti elencati precedentemente, ed è risultato che le vittime di corruzione hanno sistematicamente una maggiore percezione della sua diffusione.

Si è poi chiesto se si fosse a conoscenza di casi in cui qualcuno aveva ottenuto un vantaggio grazie a favori, raccomandazioni, regali o tangenti.

La corruzione nella forma di favori o raccomandazioni reciproche risulta, prevedibilmente, quella più conosciuta (il 71.4% conosce qualcuno che ne ha usufruito), ma non è affatto trascurabile neanche la quota di studenti che è a conoscenza di casi di regali o tangenti (rispettivamente 55.1% e il 45.2%).

Come risulta dalla Fig. 5, in tutti i paesi le raccomandazioni rappresentano la forma di corruzione più conosciuta, seguite dai regali e dalle piccole tangenti. Ci sono solo due eccezioni:

  • Il Canada, dove la conoscenza di casi di regali supera quella di casi di raccomandazione;
  • La Rep. Ceca, dove le raccomandazioni mantengono il primo posto ma le piccole tangenti superano i regali.

Le risposte degli studenti, in particolare rispetto ai casi di raccomandazione, sono correlate positivamente a quelle fornite precedentemente sulla percezione della diffusione del fenomeno (Fig. 1): nei paesi in cui la corruzione è considerato un fenomeno altamente diffuso sono più alte anche le percentuali di coloro che si dichiarano a conoscenza di casi di corruzione, specialmente tramite raccomandazioni. Emblematico è il caso della Romania.

Fig. 5: “Conosci qualcuno che ha ottenuto un vantaggio tramite .. “

Giudizi morali e “visione” della corruzione

Agli studenti è stato chiesto di esprimersi sull’accettabilità morale della corruzione. Il 71.9% ha dichiarato di ritenere la corruzione “sempre inaccettabile”. Il 26% circa, la considera, invece, accettabile in alcuni casi specifici, in particolare quando serve a far valere un diritto o quando i compensi richiesti sono di piccola entità. Solo l’1.9% dei ragazzi, forse provocatoriamente, dichiara di ritenere la corruzione “sempre accettabile”.

L’esame dettagliato di queste risposte (Fig. 6) rivela che in Polonia, Rep. Ceca e Svezia la percentuale di coloro che rispondono “sempre inaccettabile” è più bassa – tra il 30 e il 60% – e al tempo stesso la quota di ragazzi che ritengono la corruzione accettabile in alcuni casi specifici supera il 30%. E’ interessante notare, inoltre, che:

  • solo in Rep. Ceca l’opzione prevalente non è “sempre inaccettabile” bensì “accettabile in alcuni casi”
  • nelle scuole italiane l’opzione “sempre accettabile” non riceve quasi nessuna preferenza e “sempre inaccettabile” risulta l’opzione di gran lunga prevalente.

 Fig. 6: Grado di inaccettabilità della corruzione

E’ stato poi chiesto agli studenti di valutare l’inaccettabilità – su una scala da 1 (del tutto accettabile) a 10 (del tutto inaccettabile) – di una serie di situazioni concrete di corruzione, da realizzarsi tramite un favore, una tangente o un regalo del valore massimo di 50 euro:

  1. Avere un posto letto in ospedale
  2. Annullare una multa da 150 euro per aver parcheggiato in un posto riservato a un disabile
  3. Accelerare una pratica che è ferma
  4. Essere selezionato in un’università a numero chiuso
  5. Essere promosso e ammesso all’anno successivo
  6. Avere un contratto di lavoro
  7. Avere in tempo il passaporto prima di un viaggio
  8. Annullare una multa da 150 euro per eccesso di velocità

 

Fig.7: Grado di inaccettabilità di diverse situazioni di corruzione [intero campione]

Essere promossi ed entrare in un’università a numero chiuso risultano universalmente le situazioni in cui gli studenti ritengono più inaccettabile ricorrere alla corruzione. Invece, ricorrere alla corruzione per accelerare una pratica burocratica o per avere in tempo il passaporto, appare più accettabile, sebbene tra le diverse scuole emerga un certo grado di eterogeneità.

Alcune domande hanno cercato di individuare la “visione” che gli studenti hanno della corruzione, in particolare dei suoi effetti e della sua “necessità”. Una domanda riguardava la relazione tra corruzione e successo nella vita: quasi il 34% degli studenti ha risposto che, in molti o in alcuni casi, la corruzione è necessaria per avere successo. Questa percentuale è alta ma inferiore al 41.3% che considera la corruzione “dannosa” e, d’altro canto, il 24.7% ritiene che essa non sia “quasi mai necessaria”. In questo caso emerge una certa eterogeneità tra le scuole (Fig. 8): la percentuale di studenti che considera la corruzione rilevante per avere successo nella vita oscilla nella maggior parte dei casi tra il 25 e il 35%, con valori inferiori alla media a Cisternino e Rosarno, e nettamente superiori in Polonia e Rep. Ceca

Fig. 8: Rilevanza della corruzione per avere successo nella vita

E’ stato quindi chiesto ai ragazzi di dichiarare il loro grado di accordo con la seguente affermazione: “La corruzione, specie quando è diffusa, causa rilevanti danni sociali ed economici”.

Il grado di accordo complessivo è risultato piuttosto alto (8,1 in media su 10). Anche in questo caso emergono alcune eterogeneità (Fig. 9): il punteggio oscilla tra i 6 e i 9 punti raggiungendo valori superiori alla media nelle scuole italiane – in particolare a Cisternino dove si raggiunge punteggio più alto (9 punti) – e inferiori alla media in Polonia, Rep. Ceca e Svezia, dove si registra il punteggio più basso (6,1 punti).

La lettura congiunta di questo risultato con quello relativo alla necessità della corruzione per avere successo nella vita rivela che, in generale, laddove si ritiene che la corruzione crei elevati danni sociali, si ritiene anche che essa non sia necessaria per il successo (è principalmente il caso di Cisternino e Rosarno), mentre l’opposto sembra valere quando si ritiene che la corruzione non generi molti danni (è soprattutto il caso di Rep. Ceca e Polonia). Al di là di ogni altro giudizio, questa correlazione sembra avere una propria coerenza e le diverse valutazioni possono essere considerate il riflesso delle diverse esperienze nelle singole realtà locali, siano esse reali o soltanto percepite.

 

Fig. 9: Grado di accordo sulla dannosità sociale e economica della corruzione, su una scala di 10 punti

In un’altra domanda si chiedeva ai ragazzi di indicare chi fossero i maggiori beneficiari della corruzione, tra “i più ricchi”, “i più poveri” o “entrambi”. L’opzione “i più ricchi”, selezionata dall’82% degli studenti” a livello aggregato, prevale chiaramente, e solo una quota minoritaria (pari allo 0.7%) ha scelto l’opzione “i più poveri”. In questo caso le opinioni degli studenti appaiono abbastanza omogenee (Fig. 10): in tutte le scuole prevale l’opinione che siano i più ricchi a beneficiare maggiormente dalla corruzione, seguono, nell’ordine, “non so”, “ricchi e poveri alla stessa maniera” e infine “i più poveri”. La percentuale degli studenti che ritiene che i maggiori beneficiari siano i più ricchi è al di sotto della media in Rep. Ceca, Polonia e Svezia.

 

Fig. 10 “Chi ottiene più benefici dalla corruzione?”

Questi risultati sono utili per comprendere le risposte alle domande successive, che hanno posto gli studenti di fronte a precise situazioni di corruzione con l’obiettivo di rivelare i comportamenti che terrebbero.

I comportamenti

Quando dalle dichiarazioni di principio si passa ai comportamenti concreti emergono significative contraddizioni. Alla domanda: “Se sei in difficoltà e avverti l’esigenza di ottenere un vantaggio che non ti è dovuto da una persona che è in grado di risolvere il tuo problema cosa fai? ben il 30.3% di coloro che avevano definito la corruzione “sempre inaccettabile” (a loro volta il 71.9% dei rispondenti) si dichiara disposto a chiedere un favore, se sa che la controparte che ha reputazione di assecondare questo tipo di richieste, e un altro 10.3% chiederebbe comunque il favore. In generale, tra coloro che dichiarano di ritenere la corruzione sempre inaccettabile, la risposta prevalente risulta “non chiedere nulla” (59.30%), seguita da “chiedere solo ad una controparte che abbia una cattiva reputazione” (30.3%, come si è detto) e, infine, da “chiedere in ogni caso” (10.3%). Sebbene l’ordine d’importanza di queste tre risposte sia omogeneo tra i diversi paesi, varia è la distanza tra la prima risposta e le successive: le percentuali più alte per “lo chiedo comunque” si registrano in Bulgaria, Romania, Canada e Svezia, mentre le più basse nelle scuole italiane, in particolare a Cisternino, Catania e Rosarno (Fig. 11).

Sembra emergere, quindi, che quanto più numerosi sono i corrotti e quanto più negativa è la loro reputazione, tanto più si è indotti a cercare vantaggi non dovuti, favorendo così un’ulteriore diffusione della corruzione.

 

Fig. 11: Inclinazione a chiedere un favore non dovuto in situazione di difficoltà dei rispondenti che hanno dichiarato di ritenere la corruzione “sempre inaccettabile”

 

Si è poi indagato quanto sia importante il tipo di corrispettivo dell’atto di corruzione, chiedendo agli studenti – mediante domande distinte – come si comporterebbero se avessero l’opportunità di ottenere un vantaggio tramite un favore/una raccomandazione, un regalo, o il pagamento di una piccola tangente. Le raccomandazioni sono percepite come un atto di corruzione più accettabile rispetto al pagamento di una tangente o a un regalo (Fig. 12): più del 10% dei ragazzi (11.4%) sarebbe disposto a trarre sempre beneficio da una raccomandazione, quasi il 54% sarebbe disposto ad usufruirne se necessario per ottenere un vantaggio dovuto, e il 35% non vi ricorrerebbe mai.

Esaminando le risposte delle singole scuole (Figg. 12 a, b e c) emerge che nel complesso delle tre alternative, la percentuale di coloro che hanno risposto “non lo farei mai” è tendenzialmente più alta della media a Catania, Cisternino, Rosarno e – anche se in misura minore – in Bulgaria, mentre è più bassa in Rep. Ceca e Polonia.

Rispetto all’opzione “lo farei solo se si tratta di un vantaggio meritato” valori superiori alla media si rilevano in Rep. Ceca, Polonia e Romania – cui si aggiunge la Bulgaria per le piccole tangenti e il Canada per i regali. Valori inferiori si hanno in generale a Catania, Cisternino e Rosarno.

Nel loro insieme questi risultati segnalano un certo grado di eterogeneità che potrebbe riflettere anche una diversa interpretazione – in base alla cultura locale – delle varie alternative presentate oltre che una valutazione diversa della gravità del fenomeno – che potrebbe effettivamente essere diversa da paese a paese.

Fig. 12: Atteggiamento di fronte alla possibilità di ottenere un vantaggio tramite ciascuna delle forme di corruzione indicate – ovvero raccomandazioni, regali e piccole tangenti [intero campione]

Fig. 12a: Atteggiamento di fronte alla possibilità di ottenere un vantaggio tramite raccomandazioni

Fig. 12b: Atteggiamento di fronte alla possibilità di ottenere un vantaggio tramite piccole tangenti

Fig. 12c: Atteggiamento di fronte alla possibilità di ottenere un vantaggio tramite regali

Alla domanda sulla possibilità di giustificare il comportamento del corrotto, il 63.8% degli studenti ha risposto che il comportamento del corrotto non è mai giustificato, mentre circa il 25.9% riconosce come giustificazione valida l’eventuale stato di difficoltà economica; un ulteriore 6.3% giustifica il corrotto se agisce in altre circostanze non specificate e solo il 4% ritiene che il suo comportamento sia sempre giustificabile.

La percentuale di coloro che ritengono il comportamento del corrotto sempre ingiustificabile è al di sopra della media nelle scuole italiane (in particolare Rosarno e Cisternino) e in Canada è, invece, al di sotto in Rep. Ceca e Polonia e, in misura minore, in Svezia, dove, la percentuale di studenti che ritiene il comportamento del corrotto ammissibile qualora dettato da una situazione di difficoltà si attesta al di sopra della media. Questi risultati sono coerenti con le risposte fornite sulla dannosità sociale della corruzione: dove si ritiene che questi danni siano bassi si propende anche a giustificare di più il comportamento del corrotto. Questo è principalmente il caso di Rep. Ceca, Polonia e, in misura minore, Svezia, mentre l’opposto vale per le scuole italiane e anche per il Canada.

 

Fig. 13: Giustificabilità del comportamento del corrotto

I fattori che influenzano la diffusione della corruzione

Per individuare i fattori che più contribuiscono alla diffusione della corruzione è stato chiesto: “Secondo te, cosa spinge gli individui a corrompere? Attribuire un valore da 1 (poco importante) a 10 (molto importante) a ciascuno dei seguenti fattori:

  1. La debolezza o la mancanza di sanzioni
  2. La sfiducia nella pubblica amministrazione
  3. La sensazione che molti facciano così
  4. La mentalità”

La mentalità (Fig.14) è inequivocabilmente considerato il fattore che più favorisce la diffusione della corruzione; è così in tutti i paesi ad eccezione di Bulgaria e Canada dove prevale la sfiducia nella P.A. La mentalità è seguita dalla sfiducia nel buon funzionamento della P.A. e dalla sensazione che molti altri agiscano così, mentre appare relativamente meno importante la debolezza delle sanzioni per corrotti e corruttori.

Differentemente da quanto accade per la prima posizione, c’è un alto grado di eterogeneità tra le varie scuole nei punteggi assegnati ai fattori che non occupano la prima posizione, ed è evidente che la Svezia rappresenta un outlier (Fig. 15): tutti i valori assegnati dagli studenti svedesi risultano notevolmente al di sotto della media, e lo scarto tra i vari fattori è minimo.

 

Fig. 14: I fattori che contribuiscono alla diffusione della corruzione, su una scala da 1 “poco importante” a 10 “molto importante” [intero campione]

 

Fig. 15: I fattori che contribuiscono alla diffusione della corruzione

E’ stata chiesta, infine, ai ragazzi la loro opinione sui motivi della scarsa propensione a denunciare episodi di corruzione da parte delle vittime e sulle azioni più appropriate nel caso venissero a conoscenza di un atto di corruzione.

Per quanto riguarda la scarsa propensione alla denuncia di atti di corruzione, il fattore che risulta più importante è il timore di subire ritorsioni (7.1 in media su 10 punti), seguito dall’inutilità della denuncia perché i colpevoli non sarebbero perseguiti (6.7 punti). Quest’ordine è rispettato in tutti i paesi ad eccezione della Bulgaria, la Rep. Ceca e la Romania, dove, secondo gli studenti, l’ordine tra questi due fattori è invertito e l’inutilità della denuncia è considerato il principale disincentivo alla denuncia di atti di corruzione da parte delle vittime (Fig. 16). Risultano relativamente meno importanti, a livello aggregato, il tempo necessario per effettuare la denuncia (5.4 punti), la presenza di un atteggiamento di comprensione nei confronti della corruzione (5.3 punti) e non sapere dove effettuare la denuncia (4.4 punti), quest’ultimo è il fattore meno importante in tutti paesi ad eccezione del Canada.

C’è un buon grado di variabilità nell’assegnazione delle posizioni intermedie, ricoperte in ordine misto dai due fattori “tempo impiegato per effettuare la denuncia” e “atteggiamento di comprensione verso la corruzione”: in Italia, in particolare, il fattore tempo scavalca quello legato alla presenza di un atteggiamento comprensivo nei confronti della corruzione, e l’ordine dei fattori è sempre lo stesso.

 

Fig. 16: I fattori che disincentivano le denunce di atti di corruzione

Per quanto riguarda la valutazione delle azioni ritenute più appropriate qualora si venisse a conoscenza di un atto di corruzione (in una scala da 1 a 10), l’azione ritenuta più corretta è la denuncia dell’atto alle autorità competenti (7.2 punti su 10); questo vale per tutte le scuole con la sola eccezione della Rep. Ceca, dove “informare un’associazione che si batte per la legalità̀” si colloca al primo posto (Fig. 17).

Il punteggio più basso in assoluto è quello dell’opzione “tacere” (2.8), ritenuta universalmente la meno corretta anche se con notevole variabilità: fatta eccezione per Velletri, le scuole italiane si collocano sensibilmente al di sotto della media, mentre in Polonia si registra il punteggio più alto.

C’è molta eterogeneità, come nel caso della domanda precedente, sulle posizioni intermedie, che nella maggior parte dei casi vengono assegnate alle opzioni “Informare un adulto in cui hai fiducia” (6.1 punti) e “scrivere una lettera anonima agli organi competenti” (6 punti).

 

Fig. 17: Grado di importanza delle azioni da intraprendere quando si viene a conoscenza di un caso di corruzione

Commenti finali

Nel complesso dal questionario sono emersi aspetti sia di omogeneità che di eterogeneità nelle risposte delle scuole, e non mancano casi in cui, all’interno della stessa scuola, opzioni del tutto opposte ricevono percentuali elevate di risposte, a dimostrazione del fatto che su alcune specifiche questioni vi è una differente percezione anche all’interno stessa sede scolastica (è, ad esempio, il caso della Rep. Ceca e della Polonia alla domanda sull’atteggiamento di fronte alla possibilità di ottenere vantaggi tramite regali).

Una sostanziale omogeneità emerge rispetto a:

  • la diffusione e la tendenza della corruzione, con differenze contenute;
  • gli ambiti maggiormente esposti al rischio;
  • le cause della corruzione;
  • il comportamento da tenere in caso di conoscenza di atti di corruzione;
  • l’individuazione dei principali beneficiari della corruzione (i ricchi);
  • e la forma di corruzione ritenuta più accettabile (la raccomandazione).

Le eterogeneità maggiori riguardano, invece, i comportamenti che gli studenti terrebbero di fronte ad atti a rischio di corruzione, e ciò sembra essere correlato anche al giudizio che si dà della dannosità della corruzione e della sua necessità per avere successo nella vita, oltre che alla giustificazione del comportamento del corrotto (quando la corruzione è considerata più dannosa, si ritiene che essa sia meno necessaria per avere successo nella vita e si giustifica meno il comportamento del corrotto).

Emerge un certo grado di correlazione anche tra la conoscenza o l’esperienza diretta del fenomeno e il livello di tolleranza nei suoi confronti: la Romania e le quattro scuole italiane mostrano, infatti, indici di conoscenza/esperienza diretta più elevati e, allo stesso tempo, minore tolleranza. Chi si mostra più tollerante sull’accettabilità (con percentuali basse per l’opzione “sempre inaccettabile” e tendenzialmente alte per le altre due) sembra, inoltre, dimostrare una maggiore disponibilità a corrompere in caso di difficoltà.

E’ probabile che molte di queste differenze dipendano non solo dalle esperienze ma anche dal clima culturale che incide fortemente sulla visione sociale che gli studenti hanno della corruzione. E’ interessante, al riguardo, notare che le scuole collocate nel Mezzogiorno d’Italia, dove il problema e l’attenzione per la criminalità sono più forti, esprimano giudizi generalmente più severi e intransigenti, anche più di quelli dell’altra scuola italiana collocata nel centro del paese.

Sebbene occorra cautela nell’interpretazione di questi dati, questa lettura potrebbe rappresentare un segnale positivo sull’atteggiamento dei giovani studenti: dove il pericolo di corruzione è maggiore la reazione dei ragazzi è più ferma. In questo contesto, le scuole possono svolgere un ruolo molto importante per rafforzare i giovani nella loro valutazione critica della corruzione e nell’indirizzarli a tenere comportamenti che in vario modo possano contribuire a limitarne la diffusione.

Sembra quindi possibile individuare, in conclusione, un ruolo molto importante per la scuola, che può certamente far molto per cambiare la “mentalità”, ritenuta dalla gran parte degli studenti il fattore maggiormente responsabile di comportamenti corruttivi, e per aiutare gli studenti a risolvere le tensioni che emergono tra principi morali e comportamenti, riducendo i “costi” – di varia natura – associati al rispetto dei valori morali nelle esperienze di vita concreta.

[1] A tutti i responsabili delle scuole coinvolte vanno i ringraziamenti di “Etica ed Economia” nonché, ed in modo particolare, al prof. Leonardo Pangallo, alla prof.ssa Natina Cristiano e al prof. Alessandro Crescenza per la loro preziosa collaborazione. Il progetto è stato coordinato dai prof. Maurizio Franzini (che ha anche tenuto il seminario conclusivo a Costanta) e Michele Raitano. Chi scrive ha collaborato al progetto, che si è basato su un questionario alla cui predisposizione in passato hanno contribuito anche le proff. Maria Chiarolla e Emanuela Ghignoni.

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