Studenti e acrobati: la scuola dove nasce il futuro del circo

Martina Bacigalupi si occupa di un problema circoscritto ma rilevante: la scolarizzazione dei figli di famiglie itineranti come quelle del circo. Dopo avere ricordato le carenze della legislazione europea rispetto a questo problema, Bacigalupi illustra la risposta fornita dall’Accademia d’Arte Circense di Verona che, esempio unico a livello europeo, permette ai giovani circensi di formarsi come artisti e, allo stesso tempo, di acquisire le conoscenze e le competenze minime per non essere esclusi da una futura vita stanziale.

A Verona c’è una scuola speciale che in pochi conoscono. Una scuola dove la mattina si studia e il pomeriggio si vola sul trapezio, dove si fanno i compiti e si impara a giocolare. Una scuola che forma la mente e lo spirito ma anche le braccia e la gambe.

È l’Accademia d’Arte Circense, una scuola/convitto per ragazzi dagli 8 ai 16 anni che rispetto a tutte le altre scuole fa una cosa in più: trasmette il sapere artistico ai “figli del circo” (e non soltanto a loro).

La cultura del circo si basa sulla famiglia e sul lavoro ma soprattutto sulla trasmissione di padre in figlio dell’amore per quel lavoro oltre che delle abilità e della disciplina che esso richiede. Il progetto dell’Accademia nasce dal riconoscimento di questa cultura e ai giovani allievi offre non soltanto una casa ma anche l’opportunità di diventare artisti senza rinunciare agli studi e di poter, al termine del percorso, lavorare nel circo di famiglia, oppure intraprendere una carriera da artista free lance.

La scolarizzazione dei ragazzi del circo. Se quello che occorre per lavorare in futuro nel circo si apprende dai padri o dalle madri, lo studio scolastico non sarà necessario; d’altro canto, il carattere itinerante del lavoro rende difficile frequentare una scuola. Per questi motivi la scolarizzazione dei ragazzi che appartengono a comunità circensi è problematica. Ed il problema è riconosciuto a livello europeo.

Nel 1989, in una sua risoluzione il Consiglio Europeo invitò gli Stati Membri a eliminare gli ostacoli che frenano l’accesso alla scuola dei figli di coloro che esercitano professioni itineranti.

Nel 1996 la Commissione presentò una relazione sull’applicazione di tale risoluzione, e sulla situazione generale, nella quale si faceva specifico riferimento alle comunità circensi nell’Unione Europea e ai crescenti problemi connessi all’istruzione e alla formazione dei bambini appartenenti a quelle comunità.

Però ancora oggi non esiste una legislazione europea che regoli la scolarizzazione dei circensi né gli Stati Membri cooperano per assicurare un livello minimo di istruzione ai ragazzi del circo, indipendentemente dal loro paese di origine.

In mancanza di un programma d’azione integrato, i circhi si sono auto-organizzati per permettere ai giovani futuri circensi di formarsi come artisti e di acquisire le conoscenze e le competenze minime per non essere esclusi da una futura vita stanziale.

Da questa auto-organizzazione è nato il modello dell’Accademia d’Arte Circense di Verona, che integra scuola, convitto e palestra, rispondendo alle necessità di un mercato del lavoro così peculiare. La quasi totalità dei ragazzi che la frequentano hanno il lavoro già assicurato all’interno del circo di famiglia, spesso resta da scegliere soltanto il percorso artistico da intraprendere.

I figli di direttori di circo, ad esempio, preferiranno formarsi in diverse discipline, per poter presentare più numeri nel circo di proprietà, anche a discapito della qualità tecnica. Chi invece vorrà diventare artista freelance, si specializzerà in un’unica disciplina per raggiungere l’eccellenza tecnica.

La scuola al primo posto. La crescita didattica dei ragazzi non è solamente un diritto, ma anche un’opportunità per garantire un ricambio generazionale competente e preparato: proprio per questo ai ragazzi iscritti all’Accademia di Verona viene richiesto di conseguire il diploma di scuola superiore.

Le loro giornate sono molto impegnative: la mattina frequentano le scuole cittadine, mentre il pomeriggio è dedicato ai compiti e ai corsi di circo. Il modello educativo adottato è il risultato di una lunga sperimentazione. Innanzitutto si è scelto di far frequentare ai ragazzi le scuole del territorio, anziché organizzare una propria attività didattica, per facilitare lo scambio con i coetanei, per rafforzare il senso di cittadinanza e, più in generale, per consentire l’arricchimento culturale che deriva dall’inserimento in un contesto sociale esterno al mondo circense.

La seconda peculiarità dell’Accademia consiste nella presenza di tutor didattici che seguono gli studenti nello svolgimento dei loro compiti e li aiutano a ottenere buoni risultati nel poco tempo che possono dedicare allo studio. Tipicamente i ragazzi sono impegnati ogni giorno per circa 3 ore e mezzo negli allenamenti e nelle prove e hanno solo 2 ore per studiare.

Questo format a doppio binario, unico in Europa, è molto impegnativo ma funziona. Lo testimonia il fatto che i giovani circensi, provenienti da tutto il mondo, che vorrebbero iscriversi sono molto più numerosi dei 30 posti disponibili nel convitto.

Lo testimonia anche, e soprattutto, la qualità artistica di coloro che si diplomano all’Accademia (siano figli di circensi oppure no) che, grazie ad essa, trovano lavoro nei più importanti circhi internazionali.

Il circo, parte integrante della cultura europea. L’ultimo documento ufficiale in cui si parla di tutela del circo inteso come parte integrante della cultura europea è del 2005, anno della relazione di Doris Pack al Parlamento europeo. Il valore del circo nelle sue dimensioni culturali, educative e sociali è però certamente riconosciuto, visti i numerosi progetti finanziati dalla Commissione Europea in questi ultimi anni all’interno dei programmi Long Life Learning e Cultura prima, Erasmus Plus e Europa Creativa, oggi.

Il più recente esempio in tal senso, che riguarda da vicino proprio l’Italia, è JR Circus, finanziato nel 2014 dal programma Europa Creativa. Si tratta di un progetto di cooperazione internazionale che metterà in scena la storia di Giulietta e Romeo attraverso le arti circensi, avvalendosi di un gruppo di artisti junior dai 16 ai 18 anni.

In questo progetto l’Accademia d’Arte Circense è direttamente coinvolta, avendo aderito all’idea promossa da Circo e Dintorni ed essendo entrata a far parte della rete che riunisce Fondazione Parada, SeaChange e l’Associazione Europea di Circhi, creata per l’occasione.

Questo spettacolo, secondo gli ideatori, farà appassionare gli adolescenti europei al linguaggio del circo, attraverso il racconto della storia di due altri famosi adolescenti veronesi: Giulietta e Romeo. Uno spettacolo che trasmette un forte messaggio di solidarietà e che rappresenta, per i giovani artisti circensi, anche una splendida opportunità di lavoro di altissima qualità.

Iniziative come questa per gli esordienti – come, appunto, gli studenti dell’Accademia – sono il primo passo di un percorso di crescita artistica e professionale.

Performing circus. Il mondo circense del futuro non potrà accontentarsi di avere ragazzi scolarizzati e preparati tecnicamente. Le performance che il pubblico chiede devono essere non soltanto spettacolari e ben eseguite, ma anche sceneggiate e narrate con attenzione e competenza. Ai futuri atleti circensi si chiederà sempre più di essere artisti, coniugando le tradizionali performance con le arti performative contigue al mondo del circo, quali il teatro e la danza.

Per questo motivo l’accesso ai fondi europei e lo sviluppo di reti internazionali sono indispensabili perché un’istituzione così peculiare quale è l’Accademia d’Arte Circense diventi sempre più un luogo dal quale si esce non soltanto ben preparati sotto l’aspetto tecnico ma anche, e soprattutto, pienamente formati come personalità artistiche, aperte al mondo delle performing arts. Il circo potrà, così, disporre dei talenti che assicureranno il suo futuro e che rinnoveranno la sua immagine, allontanandola dallo stereotipo del tendone a strisce.

Schede e storico autori