Protezione civile e potere assoluto

Manuele Bonaccorsi – potere assoluto (la protezione civile al tempo di Bertolaso) Edizioni Alegre, Roma, nov. 2009, euro 12,00

Un libretto agile, pieno di fatti, notizie e dati relativi al modo di essere in Italia della Protezione Civile. Un modo strano, che ignora la prevenzione e ha poteri extra legem per intervenire in mille campi, dai meeting religiosi a quelli sportivi, dai viaggi pastorali dei pontefici romani ai grandi incontri internazionali, dall’immigrazione al terrorismo islamico fino agli eventi sportivi. Ma che in nome dell’emergenza, affermata come tale anche quando si tratta di eventi programmati da anni e che dovrebbero essere affrontati dall’amministrazione ordinaria (decine di Ministri e Ministeri, Regioni, Province, Comuni), scavalca ogni procedura e controllo e ha inventato un nuovo strumento di governo più imperativo di qualsiasi legge: le ordinanze. E che, ancora in nome dell’emergenza e lo stratagemma dei grandi eventi, si erge, anche come stipendi e indennità varie (l’ultima di duecento ore di straordinario festivo e notturno introdotta il 28 luglio 2006 sempre con ordinanza della Presidenza del Consiglio), al di sopra di polizia, carabinieri, vigili del fuoco, impiegati della pubblica amministrazione. Il governo per l’emergenza Abruzzo ha stanziato per i vigili del fuoco (che hanno svolto e svolgono il lavoro più pericoloso) circa 1 euro al giorno di straordinario a testa. Ma se un funzionario di terza area della Protezione civile va all’Aquila aggiunge allo stipendio (più che doppio rispetto ad un Vigile) 70 euro lordi al giorno di indennità più i rimborsi spese.

Il libro affronta e documenta le modalità di intervento della Protezione Civile dai mondiali di nuoto (50 milioni di euro per gli impianti utilizzati e 400 milioni di euro per impianti e servizi che non  sono serviti alla competizione) alle molteplici gare d’appalto per lavori del mancato G8 della Maddalena coperti dal segreto di Stato ed eseguiti spesso da lavoratori irregolari o in nero. E dedica l’ultima parte ad una inchiesta sul territorio fatta all’Aquila dove sono sorti i villaggetti cari a Berlusconi, ma dove nulla o quasi è stato finora ricostruito e dove la gente provvisoriamente emigrata non torna: “Senza lavoro, nelle case è inutile tornare”. Non a caso il Sindaco è stato privato di ogni potere nella gestione dell’emergenza. A differenza di quanto in passato è avvenuto nel Friuli o ad Ancona.

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