Menabò n. 98/2019

 

In questo numero del Menabò, Dili illustra gli effetti distorsivi della flat tax; Di Nicola e Valente esaminano, da diversi punti di vista, alcuni aspetti problematici del reddito di cittadinanza; Forno-Graziano danno conto delle tendenze del consumo responsabile in Italia; Gonella contesta una diffusa opinione sul rapporto tra flussi di immigrazione e criminalità; Cicerchia si occupa dei consumi e delle attività culturali degli italiani; Corradini-Di Priamo-Martinez documentano lo stato della inclusione scolastica degli alunni con disabilità; Polin-Tartamella stimano gli effetti redistributivi a livello regionale del debito pubblico.

Più in dettaglio, nel primo articolo Andrea Dili si occupa di Flat Tax, cioè del nuovo sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche con partita IVA introdotto dalla legge di bilancio 2019. Dili chiarisce che in realtà si sono creati due regimi fiscali che consentono notevoli risparmi di imposta agli imprenditori e ai professionisti con ricavi sotto i 100.000 euro e richiama l’attenzione sul fatto che questo nuovo sistema rischia di generare pericolosi – e sottovalutati – effetti distorsivi sulla concorrenza, con ricadute sul mercato del lavoro e sulla crescita degli studi professionali.

Nel successivo articolo, Fernando Di Nicola esamina il Reddito di Cittadinanza, recentemente introdotto, e dopo aver riconosciuto la necessità di un assegno che riduca la povertà estrema, si sofferma su alcuni aspetti problematici. In particolare, osservando la distribuzione dei beneficiari e degli assegni, sostiene che saranno favoriti i nuclei monocomponente che dichiarano redditi nulli o quasi, mentre saranno penalizzate le famiglie numerose con figli minori. Ulteriori effetti indesiderati riguardano la riduzione dell’offerta di lavoro e i maggiori benefici per lavoro nero e evasione.

Lucia Valente, nel terzo articolo, muove della considerazione che il D.L. n. 4/2019 sembra ispirato al principio che occorre lavorare ad ogni costo e perciò il Reddito di Cittadinanza da strumento di lotta alla povertà diventa una politica attiva del lavoro. Riflettendo sulla curvatura lavoristica del RdC, Valente ne mette in luce gli aspetti più problematici: dalla necessità di coinvolgere le Regioni titolari dei Centri per l’impiego e della programmazione delle politiche attive, alla necessità di chiarire le tappe del percorso di attivazione del disoccupato in condizione di bisogno.

Francesca Forno e Paolo Graziano, nel quarto articolo, mostrano come nel corso degli ultimi venti anni la crescita del consumo responsabile in Italia sia stata lenta, ma inesorabile. Il consumo critico, il commercio equo e solidale, il turismo consapevole, i comportamenti di acquisto improntati alla sobrietà e l’utilizzo dei Gruppi di Acquisto (GAS) si sono diffusi nella popolazione italiana. Vi sono, tuttavia, ulteriori margini di espansione e gli autori suggeriscono alcune misure per accrescere la consapevolezza dei consumatori, con benefici anche per la per lo sviluppo sostenibile.

Patrizio Gonnella, nel suo Contrappunto, sostiene che un’Europa, chiusa in se stessa e afflitta da una pericolosa tendenza identitaria, ha favorito una declinazione della questione migratoria in termini di sicurezza pubblica, con accostamenti avventati e ingiustificati al tema della criminalità. Con riferimento a quest’ultima, Gonnella richiama dati statistici e analisi criminologiche dai quali emerge che non vi è correlazione tra i flussi di migranti in arrivo e i tassi di detenzione, soprattutto per i crimini più efferati.

Annalisa Cicerchia, nel primo Focus, ricorda che per la Costituzione la promozione della cultura è un compito fondamentale della Repubblica (art.9) ma nota che non sono mai stati definiti i livelli essenziali di erogazione dei servizi culturali. Cicerchia presenta dati recenti che mostrano come i consumi e le attività culturali degli italiani siano particolarmente depressi, soprattutto nel caso di individui con reddito e/o istruzione bassi. Per rendere effettiva la democrazia culturale, conclude Cicerchia, il ruolo di biblioteche e musei può essere molto importante.

Il secondo Focus, di Sara Corradini, Claudia Di Priamo e Lucia Martinez, è dedicato ad esaminare il grado di inclusione degli alunni con disabilità nel sistema scolastico italiano, utilizzando un’indagine annuale dell’Istat che delinea un quadro, seppure incompleto, di questo complesso fenomeno. Le autrici richiamano alcuni punti critici del nostro sistema scolastico e osservano che l’Italia, dal punto di vista normativo, sembra essere all’avanguardia nell’inclusione scolastica ma è ben lontana dall’aver realizzato l’inclusione dell’alunno con disabilità nella vita scolastica.

Veronica Polin e Francesca Tartamella, nell’ultimo Focus, si occupano del debito pubblico da un punto di vista inusuale: il suo impatto redistributivo a livello regionale, che dipende dai titoli sottoscritti e dal contributo al pagamento dei relativi interessi da parte di ciascuna regione. Le due autrici mostrano che tutte le regioni contribuiscono al pagamento degli interessi e anche che tale pagamento eccede i benefici derivanti dal possesso dei titoli di Stato in molte di esse, principalmente a Sud e al Centro del paese.

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