Menabò n. 95/2018

In questo numero del Menabò, Buttà riflette sullo stato della concorrenza tra imprese nel capitalismo contemporaneo; Ronchetti esamina la legge che prevede la revoca della cittadinanza; Jessoula illustra il suo punto di vista sul welfare aziendale; Galli si sofferma sull’importanza di un corretta misurazione della corruzione; Civil servant chiarisce un importante aspetto della “quota 100” per le pensioni; Marano esamina i limiti della politiche per i disabili; Croci Angelini – Liu Wang illustrano caratteristiche e implicazioni del progetto cinese di nuova via della seta; Freguja-Masi- Pannuzi presentano dati originali sulle disuguaglianze salariali nelle piccole imprese.

Più in dettaglio, nel primo articolo Antonio Buttà prende spunto da un recente report dell’Economist sullo stato della concorrenza per esaminare le principali evidenze empiriche disponibili sulle tendenze della concentrazione, dei profitti, dei mark up e del dinamismo dei mercati. Dopo aver richiamato le diverse possibili interpretazioni di tali evidenze, Buttà conclude sostenendo che la tesi dell’Economist, secondo cui il capitalismo non può fare a meno di un’incisiva politica della concorrenza, è da condividere pienamente.

Laura Ronchetti, nel secondo articolo, sostiene che il Decreto legge n. 113 del 2018, da pochi giorni convertito in legge, trasfigura l’accezione della cittadinanza nazionale: i cittadini non sono più tutti uguali, per qualcuno la cittadinanza è “precaria” perché revocabile. Il governo e il parlamento hanno distinto tra cittadini inossidabili – italiani iure sanguinis – e cittadini precari – che hanno acquistato la cittadinanza per matrimonio o per naturalizzazione. Solo a questi ultimi, infatti, si può revocare la cittadinanza, non  ai cittadini per nascita, i “veri” cittadini secondo il legislatore.

Nel successivo articolo, Matteo Jessoula riflette sulle misure che negli ultimi anni hanno mirato a favorire l’espansione del mercato e delle associazioni intermedie (aziende e sindacati) nel campo della protezione sociale. Adottando una prospettiva comparata e considerando le peculiari caratteristiche sia del “welfare state all’italiana” sia del sistema produttivo e del mercato del lavoro in Italia, Jessoula mette in luce le criticità e gli esiti perversi che si possono generare dall’“incastro” di schemi pubblici e occupazionali.

Emma Galli, nel quarto articolo, affronta la questione della misurazione della corruzione mettendo in evidenza, da un lato, le difficoltà metodologiche che essa pone e, dall’altro, la possibilità di produrre vari indicatori che rispondono a esigenze di analisi diverse. Galli sostiene che la costruzione di misure di corruzione sempre più affidabili, elaborate su base sistematica, oltre che territoriale e settoriale, costituisce una delle priorità della ricerca quantitativa ed è fondamentale per definire, nel nostro paese, politiche di prevenzione e di contrasto.

Civil servant, nel Contrappunto, ricorda le modalità di funzionamento dei sistemi previdenziali e chiarisce che provvedimenti come “quota 100” non possono che ridurre gli assegni mensili di chi, anticipando il pensionamento, avrà più anni di riposo. Civil servant sottolinea che si tratta non di una penalizzazione ma di una diversa distribuzione temporale delle risorse disponibili e stima che per ogni anno di anticipo l’assegno mensile subirà una riduzione tra il 4% e il 5% che può arrivare al 7,5% se si considera la perdita rispetto alla pensione che spetterebbe versando un anno in più di contributi.

Angelo Marano, nel suo Focus, riconduce la debole partecipazione sociale delle persone con disabilità in Italia al generale sottosviluppo del sistema dei servizi sociali e alla prevalenza dei trasferimenti monetari sui servizi. Secondo Marano alcune prestazioni di base (l’assistenza domiciliare e scolastica, il finanziamento della residenzialità) assorbono gran parte delle risorse destinate ai servizi e la monetizzazione rende meno efficaci le politiche di inclusione. Il confronto internazionale conferma che l’investimento nel sociale è insufficiente, con conseguenze per il benessere delle persone.

Nel secondo Focus, Elisabetta Croci Angelini e Yang Liu ragionano sul progetto One Belt One Road recentemente lanciato dal presidente cinese Xi Jinping per il nuovo secolo e sul prevedibile considerevole impatto che, se sarà attuato secondo l’attuale disegno, esso avrà sugli equilibri mondiali. Secondo Croci Angelini e Yang Liu, infatti, sarà coinvolta non solo l’economia della Cina e quella dei numerosi paesi inclusi nell’iniziativa, ma anche, più in generale, la politica estera e la diffusione delle nuove tecnologie.

Nel terzo Focus, Cristina Freguja, Alessandra Masi e Nicoletta Pannuzi analizzano la disuguaglianza retributiva nelle piccole imprese, ottenendo numerosi risultati: al crescere della retribuzione aumenta il peso della disuguaglianza all’interno delle imprese rispetto a quella tra imprese; la disuguaglianza è minima tra gli apprendisti e massima tra i dirigenti; l’effetto delle caratteristiche della posizione lavorativa, del lavoratore, dell’impresa e del territorio varia con la qualifica professionale. Nel complesso emergono consistenti indizi che i fattori rilevanti non sono gli stessi nella parte alta e in quella bassa della distribuzione.

Il Menabò tornerà a metà gennaio. Ai nostri lettori i migliori auguri di Buon Natale e di un sereno e proficuo 2019.

 

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