Menabò n. 92/2018

In questo numero del Menabò, Franzini illustra l’importanza delle politiche pre-distributive per contrastare la disuguaglianza; Croce-Ghignoni presentano stime dell’altezza e delle tendenze del premio salariale per il laureati nelle discipline STeM; Biggeri-Giusti-Lemmi-Marchetti-Pratesi analizzano le disuguaglianze di reddito tra regioni e nelle regioni italiane; Addabbo illustra e interpreta le disuguaglianze retributive di genere; Granaglia argomenta a favore di un importante e trascurato criterio di valutazione del Sistema Sanitario Nazionale; De Capite riflette sulle politiche contro la povertà partendo dal Rapporto Caritas 2018; Paesani dà conto delle distopie prefigurate in relazione all’uscita dall’euro; Petroni illustra alcuni episodi storici di utilizzo del sorteggio come strumento di democrazia.

Più in dettaglio, nel primo articolo Maurizio Franzini muove dalla considerazione che in Italia, come in altri paesi, la disuguaglianza nei redditi di mercato è cresciuta di recente molto più di quella dei redditi disponibili e si interroga sulle politiche più idonee a far fronte a queste tendenze. Franzini sostiene che occorrono interventi in grado di ridurre la disuguaglianza di mercato (pre-distributivi) che, però, ricevono un’attenzione assai minore rispetto a quelli, pur indispensabili, di carattere redistributivo e rimanda al prossimo numero del Menabò l’illustrazione delle possibili politiche pre-distributive.

Giuseppe Croce e Emanuela Ghignoni, nel secondo articolo, esaminano le differenze salariali tra i neolaureati italiani in diversi ambiti scientifico-disciplinari. In particolare, stimano il “premio salariale” dei laureati del gruppo STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) e trovano che esso, contrariamente all’ipotesi di cambiamento tecnologico skill-biased, negli ultimi decenni è diminuito e non aumentato. Croce e Ghignoni ritengono che ciò si un’ulteriore conferma della scarsa capacità dell’economia italiana di valorizzare il capitale umano e di mettere a frutto il cambiamento tecnologico.

Luigi Biggeri, Caterina Giusti, Achille Lemmi, Stefano Marchetti e Monica Pratesi, nel successivo articolo, presentano un’analisi delle disuguaglianze territoriali nella distribuzione dei redditi delle famiglie italiane. In particolare, essi misurano e comparano la disuguaglianza dei redditi familiari, di mercato e disponibili, tra le diverse regioni italiane e all’interno di ciascuna regione, e valutano se e quanto le disuguaglianze regionali contribuiscano alla disuguaglianza complessiva dei redditi familiari a livello nazionale.

Nel quarto articolo Tindara Addabbo si occupa di divari salariali di genere e ricorda che in Europa, in media, le donne guadagnano il 16,2% meno degli uomini e, per tale ragione, la Commissione Europea definisce il 3 novembre “Giornata europea per la parità retributiva”, ovvero la data a partire dalla quale le donne lavorano gratuitamente rispetto agli uomini. A partire da questo dato, Addabbo, allargando lo sguardo ad altre dimensioni delle diseguaglianze di genere nel lavoro, documenta e interpreta le peculiarità del caso italiano.

Nel Contrappunto, Elena Granaglia, prendendo spunto da un libro recente di Victor Montori, porta l’attenzione sull’importanza della minimizzazione dell’onere della cura per il paziente quale criterio guida per il Sistema Sanitario Nazionale. Adottare questo criterio, sostiene Granaglia, significa mettere al centro della sanità la cura complessiva del singolo paziente, dunque anche la sua esigenza di essere ascoltato, di evitare processi di medicalizzazione privi di sufficienti evidenze empiriche e di essere trattato con rispetto e gentilezza.

Nunzia De Capite, nel primo Focus,  richiama i principali contenuto del   Rapporto Caritas 2018 e mostra, in particolare, l’utilità di integrare le informazioni sulla povertà fornite dall’ISTAT e l’analisi delle caratteristiche delle politiche contro la povertà, con la conoscenza diretta del fenomeno che deriva dal rapporto con i poveri nei diversi territori. Al riguardo, si dimostra molto utile l’analisi delle condizioni di vita delle persone che si recano nei centri d’ascolto Caritas. De Capite presenta anche una valutazione del Rei nella fase di prima attuazione.

Nel secondo Focus, Paolo Paesani, riferendosi al recente volume di Sergio Rizzo “02.02.2020. La notte che uscimmo dall’euro”, sostiene che esso si colloca nel filone delle distopie monetarie, cioè di previsione di scenari futuri profondamente indesiderabili causati da eventi collegati alla moneta. Paesani fornisce altri esempi di distopie monetarie, ricorda che esse possono avere impreviste evoluzioni positive e presenta alcune sue riflessioni sul rischio di un futuro inquietante per il nostro paese in mancanza di profonde riforme delle istituzioni europee.

Infine, Ugo Pietro Paolo Petroni alla luce della crisi della partecipazione democratica e del governo rappresentativo si chiede, nella prima delle due parti del suo contributo, se il sorteggio possa rappresentare una via di uscita. Petroni ricorda che il sorteggio, già utilizzato nella democrazia ateniese, ha avuto un posto di rilievo in alcune esperienze democratiche antecedenti le rivoluzioni americane e francesi e dà conto della sua recente riscoperta in alcuni paesi a sostegno di significative iniziative di democrazia partecipativa che, però, hanno ricevuto scarsa attenzione.

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