Menabò n. 90/2018

 

Gran parte dei contributi contenuti in questo numero del Menabò sono tratti da lavori pubblicati nel recente volume Il mercato rende diseguali? La distribuzione dei redditi in Italia curato da M. Franzini e M. Raitano per Il Mulino.

Dopo l’introduzione di Franzini-Raitano, pubblichiamo gli interventi di Guarascio-Pianta su tecnologia e disuguaglianza, di Bloise-Fantozzi-Raitano-Ricci sulla disuguaglianza delle retribuzioni nel settore privato; di Barbieri-Bloise sul contributo dei redditi da lavoro e capitale alla disuguaglianza; di Naticchioni-Vittori sulla polarizzazione nel mercato del lavoro. Per dare spazio a questi articoli, non viene rispettata la tradizionale distinzione nei contenuti tra Articoli, Contrappunto e Focus.

Presentiamo inoltre due commenti al volume Termites of the State di Vito Tanzi: quello di Ferri focalizzato su complessità, finanza e rendite e quello di Goretti che si concentra su complessità, processo legislativo e Costituzione. Il numero si conclude con l’illustrazione da parte di Gronchi di un recente rapporto britannico sul digital commowealth.

Più in dettaglio, Maurizio Franzini e Michele Raitano presentano Il mercato rende disuguali? ricordando che ad esso hanno contribuito in prevalenza studiosi membri del Centro di Ricerca Interuniversitario “Ezio Tarantelli” (Ciret) e ne illustrano il contenuto e gli obiettivi che consistono in un’analisi articolata delle dinamiche e dei meccanismi delle disuguaglianze di mercato – prima, cioè, dell’azione pubblica redistributiva – in Italia e nei maggiori paesi occidentali e nel sostenere quanto siano importanti politiche “predistributive”, dirette a evitare che i mercati creino diseguaglianze molto elevate e inaccettabili.

Dario Guarascio e Mario Pianta, approfondiscono la relazione tra cambiamento tecnologico e diseguaglianze di reddito. L’articolo pone l’attenzione sulla moltitudine di canali attraverso cui tale relazione si dispiega analizzando l’impatto della tecnologia sulla dinamica di profitti e salari, sulla distribuzione di questi ultimi tra lavoratori dotati di skill e livelli di istruzione differenziati ed esaminando l’interazione tra innovazione tecnologica, organizzativa e localizzazione delle produzioni.

Bloise, R. Fantozzi, M. Raitano e C.A. Ricci, facendo uso dei microdati del dataset amministrativo LoSaI dell’INPS, indagano l’evoluzione negli ultimi trent’anni della disuguaglianza delle retribuzioni da lavoro dipendente nel settore privato in Italia. Gli autori rilevano che i percentili della distribuzione dei salari (sia annuali che settimanali) hanno registrato, fra il 1985 e il 2014 andamenti divergenti, favorendo relativamente i più abbienti, e ciò si è riflesso in una netta crescita della disuguaglianza retributiva e nell’emergere di fenomeni di polarizzazione fra i cosiddetti working poor e working rich.

Teresa Barbieri e Francesco Bloise analizzano l’importanza relativa delle diverse fonti di reddito – da capitale, da lavoro autonomo e da lavoro dipendente – nella spiegazione della complessiva disuguaglianza nei redditi di mercato, e mettono in luce sia importanti differenze tra paesi – sottolineando alcune specificità italiane – sia le principali tendenze in atto all’interno di ciascuno di essi.

Paolo Naticchioni e Claudia Vittori, esaminano il processo di crescente polarizzazione nel mercato del lavoro, che ha favorito la crescita delle occupazioni caratterizzate da mansioni di tipo non-routinario, cognitive e manuali, a discapito di quelle di tipo routinario e sulla base dei risultati raggiunti confermano che in Europa si è ridotta nel corso del tempo l’intensità delle mansioni routinarie e mostrano che gli addetti a tali mansioni sono esposti a un maggior rischio di disoccupazione.

Giovanni Ferri commenta il volume di Tanzi, Termites of the State, soffermandosi sulla questione della crescente complessità e sulla disuguaglianza. Dopo aver tratteggiato il legame tra complessità e sistema finanziario, Ferri sostiene che esso determina un ampliamento della capacità di estrarre rendite con conseguenze per la disuguaglianza e ritiene necessarie azioni di ri-regolamentazione in grado di riportare il ‘capitalismo finanziario’ alla sua originaria vocazione ‘produttiva’, così ripristinando l’efficienza del sistema economico e sradicando le termiti di Stato.

Chiara Goretti commenta le pagine di Termites of the State di Vito Tanzi dedicate alla qualità delle istituzioni e alle Costituzioni. Goretti arricchisce, facendo riferimento al processo legislativo in Italia, l’analisi delle conseguenze della complessità del contesto economico sulle scelte pubbliche; si chiede se formulazioni più dettagliate delle Costituzioni possano favorire l’efficace applicazione dei loro principi e, infine, invita a riflettere sul rapporto tra dettato costituzionale e sensibilità collettiva, considerando emblematica la vicenda dell’art. 81.

Iacopo Gronchi illustra un discussion paper recentemente pubblicato in Gran Bretagna dall’IPPR che contiene proposte innovative sull’opportunità di regolamentare le piatteforme digitali e sulle modalità attraverso le quali realizzare tale regolamentazione. Come chiarisce Gronchi la proposta si basa sull’idea che per far fronte agli effetti negativi – sociali, economici e politici – dalle c.d. piattaforme “universali” (Facebook, Alphabet, Amazon, Apple) occorra concepire i big data e le infrastrutture digitali come “beni collettivi”, per la cui tutela sono necessarie istituzioni dedicate.

Schede e storico autori