Menabò n. 86/2018

In questo numero del Menabò, Azzariti riflette sul recente scampato pericolo che la crisi di governo si trasformasse in crisi istituzionale; Tronti ricorda la figura umana, intellettuale e di grande sindacalista di Pierre Carniti; Visco e Carparelli commentano il recente volume di Vito Tanzi, Termites of the State; Ricucci-Moiso analizzando da un inusuale punto di vista il rapporto tra Islam e finanza; Tancioni esamina criticamente un recente lavoro sull’Italia del FMI che ripropone l’austerità espansiva; Moretti si occupa dell’adeguamento del diritto interno al regolamento UE sulla protezione dei dati personali; Aprea illustra un aspetto interessante del rapporto tra èlites economiche e potere politico in America Latina; Barbieri sintetizza i principali risultati di uno studio dell’OCSE sulla redistribuzione del reddito.

Più in dettaglio, nell’articolo di apertura Gaetano Azzariti si interroga sul significato istituzionale del recente scampato pericolo che la crisi di governo si trasformasse in crisi istituzionale e sostiene che, venuto meno il dialogo tra partiti e Quirinale, ciascuno ha preteso di far prevalere la propria volontà, in qualche modo tutti forzando gli equilibri costituzionali. L’esito è stato, da un lato, la “privatizzazione” dell’organo governo e, dall’altro, lo squilibrio dei rapporti tra forze politiche e presidenza della Repubblica. Tutto ciò invita a riflettere sul futuro assetto dei nuovi rapporti di potere.

Leonello Tronti ci offre il suo intenso saluto a Pierre Carniti. Dopo aver ricostruito il percorso di Carniti, dalla Fim lombarda alla segreteria generale della Cisl, Tronti ricorda le sue idee-forza (lo sviluppo della contrattazione articolata, la visione intransigente dell’unità sindacale, il coraggio di avvicinare il futuro con le armi della cultura) e il suo incontro con Ezio Tarantelli con   il quale condivise il progetto di governo concertato dell’economia, fino alla crisi, con il decreto di San Valentino, della stessa unità sindacale.

Vincenzo Visco commenta il volume di Tanzi, Termites of the State iniziando con il sottolineare che si tratta di un libro sulle disuguaglianze economiche e sul ruolo delle “termiti” che rischiano di delegittimare sia lo Stato sia il mercato. Visco tocca poi vari temi tra cui le similitudini tra l’epoca attuale e l’inizio del secolo scorso, le ragioni di fondo del conflitto recente tra neo-liberisti e neo-keynesiani – che, a suo parere riguardano soprattutto i sistemi di welfare – e l’eventuale opportunità di un trasferimento di reddito uguale per tutti, proposto anche da Tanzi.

Anche Antonia Carparelli commenta il libro di Tanzi soffermandosi sulla sua analisi della proliferazione dei diritti di proprietà intellettuale e del loro impatto sulla concentrazione della ricchezza e sulle disuguaglianze.   Carparelli sostiene che questa “rivoluzione silenziosa” che sta trasformando la geografia e la dinamica del potere economico è frutto anche di politiche pubbliche che, però, devono essere ripensate se si vogliono correggere le grandi disuguaglianza, soprattutto considerando che l’economia globale può rendere la tassazione un’arma spuntata.

Valentina Moiso e Roberta Ricucci si occupano di finanza islamica – cioè in sintonia con le norme della sharīʿah – che sta ricevendo crescente attenzione nei mercati globali, adottando un punto di vista non usuale: come i fedeli di Maometto gestiscono risparmi e investimenti nei paesi occidentali. Basandosi su una loro ricerca esplorativa, le due autrici analizzano il nesso tra precetti religiosi, strumenti, principi e iniziative legati all’economia e da questo traggono anche indicazioni sull’integrazione sociale delle comunità musulmane in Italia.

Massimiliano Tancioni, nel Contrappunto, esamina criticamente un recente lavoro del FMI, secondo il quale, in Italia, una manovra fiscale nel complesso restrittiva, ma con maggiori investimenti in infrastrutture, genererebbe espansione economica nel medio-lungo termine. Basandosi su un modello macroeconometrico simile a quello utilizzato dagli economisti del FMI, Tancioni giunge alla conclusione che i risultati espansivi sembrano dipendere da un’ipotesi estrema, non circostanziata e piuttosto “sospetta”, sulla relazione tra produttività e investimenti in infrastrutture.

Massimo Aprea, prendendo spunto da un recente articolo di Serna, si occupa, nel primo Focus, della relazione tra élites economiche e potere politico in America Latina. Dopo aver mostrato che ex capi e alti funzionari d’azienda sono sovra-rappresentati nei Parlamenti di otto paesi della regione, Aprea esamina alcune possibili ragioni di questa intensa partecipazione alla vita politica e si interroga sui suoi possibili effetti. Al riguardo, approfondisce il caso della riforma tributaria cilena del 2014 ma conclude che il fenomeno è in attesa di più compiute spiegazioni.

Il Focus di Alessandro Moretti è dedicato al Regolamento UE 2016/679 sulla protezione dei dati personali. Moretti si sofferma in particolare sulle aree d’intervento riconosciute al legislatore nazionale. Dopo aver illustrato gli aspetti centrali della nuova normativa, Moretti esamina come procede l’attività di adeguamento del diritto interno alla disciplina europea e sostiene che bisognerà aspettare ancora qualche tempo prima che la rivoluzione culturale prospettata dal Regolamento possa trovare piena affermazione.

Teresa Barbieri, in un Focus che ripubblichiamo per il suo interesse per il dibattito sulla riforma fiscale, analizza un recente studio dell’OCSE nel quale viene proposta un’accurata valutazione della portata dell’intervento pubblico in ambito redistributivo. Barbieri sintetizza i principali risultati che emergono dallo studio e in particolare le tendenza generalizzata verso un declinante ruolo redistributivo delle imposte e dei trasferimenti. Nelle conclusioni Barbieri invita a riflettere anche sull’importanza di misure volte non soltanto alla redistribuzione del reddito, ma anche alla cosiddetta “pre-distribuzione”.

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