Menabò n. 85/2018

In questo numero del Menabò, Granaglia richiama l’attenzione sul silenzioso ridimensionamento del Sistema Sanitario Nazionale; Tanzi continua la sua riflessione sui complessi rapporti tra stato e mercato; Farina analizza il rapporto tra crisi dell’eurozona e opposti sovranismi; Ciervo riflette sul fenomeno del “populismo generazionale”. Paladini interviene sulla Flat tax; Mariani avanza qualche riflessione sui lavoretti nella gig economy; Paesani prende spunto da un recente volume per sostenere l’attualità dell’imperialismo; Amorosi commenta il ricorso alla Corte costituzionale per il Memorandum d’intesa fra Italia e Libia.

Più in dettaglio, nell’articolo di apertura Elena Granaglia, sulla scia di un recente volume di Geddes, La salute sostenibile, mette in guardia dal rischio che una serie di piccole scelte, apparentemente compatibili con il Sistema Sanitario Nazionale, conduca, in modo del tutto opaco, a ridimensionare drasticamente la sanità pubblica. Quest’ultima dovrà affrontare scelte difficili nei prossimi anni ma, sostiene Granaglia, il miglior modo per farlo è mettere nuovamente il Servizio Sanitario, le sue ragioni e le sue modalità operative, al centro di una discussione pubblica, trasparente e ragionata.

Vito Tanzi continua la sua riflessione sul rapporto tra Stato e mercato nella seconda parte dell’Introduzione al suo Termites of the State. Why Complexity Leads to Inequality. Nella prima parte, pubblicata sul precedente numero del Menabò, Tanzi ha mostrato come quel rapporto si sia evoluto, nelle visioni teoriche e nelle esperienze pratiche, dall’800 fino agli anni ’70 del secolo scorso; nella seconda egli esamina il periodo del “fondamentalismo di mercato”, mettendone in luce gli aspetti critici e le conseguenze anche per le disuguaglianze, e quello della Grande Recessione.

Francesco Farina, nel terzo articolo, riconduce il malessere che attraversa oggi i paesi dell’euro al debole impianto istituzionale dell’Eurozona,. A suo parere l’impatto della Grande Recessione sul benessere delle persone è stato acuito dal “sovranismo” della Germania, che ha imposto l’austerità, colpendo soprattutto i ceti più deboli e, d’altro canto, la disaffezione di ampi strati sociali per l’ integrazione europea ha scatenato il “sovranismo” dei movimenti populisti, che si oppongono all’establishment nazionale ed all’euro. Secondo Farina si tratta, in ambedue i casi, di posizioni miopi.

Antonello Ciervo, nel quarto articolo, partendo dalla riflessione di Asor Rosa sul rapporto tra intellettuali e masse popolari, analizza alcune recenti pubblicazioni sui giovani e la politica, in particolare alla luce delle tendenze populistiche emerse nel dibattito pubblico italiano. Ciervo, esaminando il libro di Alberto Raffaele Ventura, Teoria della classe disagiata, e il volume collettaneo dell’Associazione “Senso comune”, I giovani salveranno l’Italia, tratteggia un nuovo fenomeno sociale che potrebbe essere denominato “populismo generazionale” e ne critica alcuni aspetti teorici.

Il Contrappunto di Ruggero Paladini è dedicato alla proposta di introduzione in Italia di una flat tax. Paladini pur riconoscendo che l’Irpef come è oggi strutturata presenta diversi limiti, sostiene che la flat tax non costituisce un valido antidoto. Tra i problemi che essa pone spicca la gigantesca redistribuzione di reddito a favore del decile più elevato dei contribuenti. Paladini ritiene che sarebbe desiderabile ridurre la pressione tributaria sui redditi medio-bassi, introdurre una misura unica di spesa per i figli e aumentare l’aliquota marginale sui redditi più elevati.

Paolo Paesani, nel primo Focus, riflette sull’attualità del concetto di imperialismo, partendo dal resoconto di due dibattiti, svoltisi di recente presso l’Università Roma3 e la Sapienza in occasione della presentazione di un volume sul tema. Dando conto di quanto è emerso da quei dibattiti, Paesani sottolinea che resta ancora valida l’idea dell’imperialismo, come forma organizzata di sfruttamento degli uni sugli altri, e che è necessario studiarne i complessi legami con il potere e con il capitalismo post-coloniale e globale.

Nel secondo Focus, Rama Dasi Mariani riflette sulle trasformazioni del lavoro in un numero crescente di settori determinate dalla tecnologia delle app. Lo spunto è una discussione svoltasi di recente di “Lavoretti. Così la sharing economy ci rende tutti più poveri”, il nuovo libro di Riccardo Staglianò. Mariani riassume le cause e le conseguenze del fenomeno, nonché le azioni necessarie per correggere i fallimenti del mercato associati all’economia delle app, soffermandosi in particolare sul monopolio delle informazioni e la possibilità di escludere dal mercato chi non utilizza i nuovi canali.

Infine, nel terzo Focus, Maria Caterina Amorosi commenta brevemente il ricorso per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato presentato da singoli membri del parlamento contro il Governo per la mancata presentazione alle Camere del progetto di legge di autorizzazione alla ratifica del Memorandum d’intesa fra Italia e Libia firmato a Roma il 2 febbraio 2017, sul quale dovrà pronunciarsi la Corte Costituzionale nelle prossime settimane. In particolare, Amorosi illustra il profilo soggettivo e quello oggettivo del ricorso che la Corte dovrà valutare.

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