Menabò n. 81/2018

In questo numero del Menabò, FraGRa si occupano di reddito di cittadinanza; Salvatici e De Filippis dei dazi di Trump; Milone dei problemi più generali della cooperazione internazionale negli scambi commerciali; Tamborini delle origini lontane della crisi della sinistra. Mastropaolo riflette nuovamente sui risultati elettorali; De Minicis sui bassi salari e le trasformazioni del lavoro. Canal e Gualtieri si occupano di part-time e occupazione femminile mentre Magnani esamina la spesa militare e il ruolo dell’economia di guerra.

Più in dettaglio, nell’articolo di apertura FraGRa completano la propria analisi del Reddito di Cittadinanza come proposto dal M5S, sostenendo che in questo dibattito molti hanno torto e però quasi nessuno ha ragione. Ha torto, tra gli altri, chi pensa che la proposta preveda un reddito incondizionato e che sostenere il reddito equivalga a impedire il lavoro. Su questo M5S non ha torto ma ciò non vuol dire che abbia ragione. Ad avviso di FraGRa è così soprattutto perché non affronta le questioni più complesse poste dal Reddito di Cittadinanza. In realtà, quasi nessuno finora le ha affrontate. Eppure è urgente farlo.

Nel secondo articolo, Luca Salvatici e Fabrizio De Filippis si occupano degli interventi di politica commerciale attuati o minacciati dal Presidente Trump mettendone in evidenza gli elementi di rottura rispetto al modello di governance multilaterale dei decenni precedenti. Salvatici e De Filippis sostengono che queste evoluzioni accrescono i rischi di guerre commerciali con conseguenze negative non limitate ai soli paesi e settori inizialmente coinvolti e che, in un simile scenario, l’interesse dell’Italia è al mantenimento di una posizione negoziale comune da parte dell’Unione europea.

Luciano Marcello Milone, nel successivo articolo, esamina alcuni recenti sviluppi del sistema delle relazioni commerciali internazionali e sostiene che il quasi fallimento del Doha Round, la proliferazione di accordi preferenziali e le spinte protezionistiche in atto in varie aree del mondo sono preoccupanti manifestazioni del progressivo indebolimento della cooperazione internazionale negli scambi commerciali. Secondo Milone il rilancio del multilateralismo, da molti auspicato, presuppone un’incisiva riforma della governance dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Roberto Tamborini, nel quarto articolo,  sostiene che la sconfitta storica della Sinistra italiana nelle elezioni del 4 marzo, comune a gran parte dell’Occidente, al di là di responsabilità ed errori contingenti, ha origini lontane. Per cominciare a organizzare le idee, Tamborini, propone una “geometria della sconfitta” che, lungo le coordinate Stato/Mercato e Nazione/Mondo, consente di leggere le grandi correnti socio-economiche che hanno prima alimentato e poi svuotato lo spazio politico della Sinistra a partire dagli anni ’80, complice una sua tendenza all’anacronismo, molto acuta in Italia.

Alfio Mastropaolo, nel Contrappunto, muovendo dalla considerazione che le elezioni sono state una disastrosa sconfitta per il Pd e non hanno premiato i dissenzienti che hanno deciso di andarsene sostiene che con la vittoria delle due formazioni più eccentriche, la Lega e M5S, l’Italia conferma di essere appieno inserita nel vasto moto di delegittimazione che ha investito le società occidentali, un moto comprensibile visto che dopo quarant’anni di politiche neoliberali, e di disuguaglianze in crescita, c’è chi seguita a fare buoni affari. Gli elettori ne hanno abbastanza e si ribellano.

Massimo De Minicis, nel primo Focus, si occupa dell’insufficienza del reddito da lavoro, considerandola una conseguenza della trasformazione del lavoro. Secondo De Minicis con l’affermarsi di una cultura produttiva “Lean”, rafforzata dal progresso Tecnologico Digitale, il lavoro è divenuto più casuale ed ha perso la sua relazione con il concetto di salario; la conseguenza è che la richiesta di reddito tende a sostituirsi a quella di salario. De Minicis sostiene che è necessario e possibile ricostruire il rapporto tra capitale, lavoro e salario e formula una proposta al riguardo.

Nel secondo Focus, Tiziana Canal e Valentina Gualtieri fanno il punto su alcuni aspetti che caratterizzano le donne occupate nel mercato del lavoro italiano rispetto agli uomini. In particolare, le autrici approfondiscono lo studio della diffusione del part-time, proposto in passato, principalmente, come uno strumento per favorire la conciliazione fra tempi di lavoro e di cura da parte delle donne e utilizzato, soprattutto negli ultimi anni, come strumento per accrescere la flessibilità da parte della domanda di lavoro.

Elisabetta Magnani, infine, richiama la nostra attenzione sull’evoluzione delle spese militari e sul ruolo della produzione e vendita di armi nell’attuale fase di sviluppo delle economie avanzate. Dopo aver illustrato alcuni dati sull’ampiezza di questo settore nei maggiori paesi nonché sull’entità e le principali destinazioni delle sue esportazioni, Magnani riflette sul ruolo della spesa militare nel contrastare i problemi di domanda aggregata mettendo in rilievo anche l’importanza dell’uso privato di armi, sostenuto da una domanda di sicurezza che in realtà produce insicurezza.

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