Menabò n.7/2014

menabo etica economia 7 2014Questo numero del Menabò, il primo dopo la pausa estiva, si apre con un contributo di Ugo Pagano che, esaminando criticamente alcuni recenti contributi sul tema, illustra i complessi rapporti che intercorrono tra istituzioni e sviluppo economico e ne mostra l’importanza per comprendere la storia del Mezzogiorno. In particolare, Pagano sostiene che all’affermarsi di un’istituzione “estrattiva” come la Mafia non è stata estranea l’azione di un paese con istituzioni “inclusive” come l’Inghilterra.

Rocco Sciarrone, basandosi sui risultati di un’ampia ricerca, critica l’idea che l’espansione territoriale delle mafie possa essere interpretata come un “male” che aggredisce un corpo sano. Con l’ausilio di una preziosa messe di informazioni sull’attività delle mafie nelle regioni del Nord, egli sostiene che il problema sta anche nella “accoglienza” che quelle regioni riservano alle mafie.

Emmanuele Pavolini esamina i divari territoriali nella dotazione di servizi di welfare all’interno dei paesi e compara, da questo originale punto di vista, i paesi Europei. Dalla sua analisi emerge che l’Italia è il luogo dell’Europa occidentale dove l’esigibilità di molti diritti sociali è più strettamente associata al luogo di residenza e al livello di sviluppo economico dell’area in cui si vive.

Michele Morciano ricorda l’importanza del funzionamento della PA per la crescita economica e per la giustizia sociale e sostiene che, da noi, alla enunciazione dei principi ai quali la PA deve attenersi (efficienza, efficacia, imparzialità e trasparenza) non è seguita la definizione di strumenti e modalità economico-gestionali che assicurassero il rispetto di quei principi. Tutto ciò non è l’inevitabile conseguenza delle caratteristiche intrinseche della PA ma l’effetto di errori di cui alcuni portano la responsabilità.

Enzo Di Nuoscio riflettendo sui rapporti tra Stato e mercato sostiene che la sinistra dovrebbe ispirarsi di più alla tradizione dell’interventismo liberale, rivedendo il suo rapporto con quello che egli chiama statalismo. Questo intervento di Di Nuoscio è il primo che il Menabò ospita sul tema cruciale dei rapporti tra stato e mercato. Altri ne seguiranno, in un dibattito che ci auguriamo ricco e plurale.

Nelle schede pubblichiamo due interventi di Morales Sloop sul tema della nuove modalità di calcolo del Pil riguardanti in particolare l’inclusione delle attività illegali. La prima scheda è già stata pubblicata a luglio ma la sua riproposizione è giustificata dalla sua attualità e dal suo collegamento con la seconda scheda, nella quale Morales Sloop commenta l’impatto quantitativo della revisione sul Pil come stimato dall’Istat e ne valuta gli effetti sugli equilibri di finanza pubblica, i quali sembrano registrare solo piccoli miglioramenti, malgrado …il doping.

Nella Rubrica “Territori vicini” Anna Natali ci ricorda che la conoscenza tacita dei luoghi periferici sta cambiando e va ripensata. Sempre più spesso le comunità includono persone di recente insediamento che mettono in circolazione nuove competenze, sensibilità e relazioni. Ne seguono effetti diversi. Tra i più interessanti, la capacità di attingere creativamente all’intelligenza contestuale dei luoghi per produrre nuove conoscenze e iniziative difficilmente riproducibili e trasferibili.

Nella Rubrica “Territori lontani”, Simone Vallone richiama l’attenzione sui successi della scuola in Finlandia sotto il profilo sia della performance degli studenti nei test internazionali sull’apprendimento sia della sua capacità di assicurare effettiva eguaglianza di opportunità agli studenti. Le ragioni di questo successo vanno ricondotte a un processo di riforma attento e coerente di cui Vallone ricostruisce gli aspetti principali.

Anche Stefania Gabriele, nella rubrica “Contrappunti”, si occupa di scuola, in relazione al progetto di riforma presentato dal governo Renzi. Gabriele ricorda i punti principali di questo progetto e si sofferma sulle assunzioni degli insegnanti e la riapertura dei concorsi, da un lato, e sul ruolo (decisamente problematico) che il governo sembra orientato ad assegnare al “merito” non solo nelle carriere degli insegnanti ma anche nella complessiva governance del sistema, dall’altro.

La foto di copertina è di Armando Moreschi (licenza CC 2.0)

Schede e storico autori