Questo numero del Menabò si apre con una riflessione di Granaglia sulle misure di contrasto alla povertà introdotte o in via di introduzione nel nostro paese; di povertà a livello globale si occupano anche Barbieri e Bloise nella loro scheda. La tassazione degli immobili è l’oggetto degli articoli di Di Nicola e Paladini mentre Capesciotti dedica la sua scheda al diritto all’abitazione. Sinopoli affronta il tema delle politiche per l’università, mentre Calise fa il punto sull’applicazione del decreto sulla fusione dei comuni. Infine, Franzini si chiede se davvero sappiamo quali sono gli obiettivi dei terroristi e se possiamo considerarli individui razionali.
Più in dettaglio, Elena Granaglia ripercorre i principali interventi in materia di contrasto alla povertà introdotti nel 2015 che segnalano una rinnovata attenzione alla povertà sul piano sia delle misure attivate o proposte sia delle risorse impegnate. Tuttavia, secondo Granaglia, il diritto al reddito continua a non essere riconosciuto. Categorialità, temporaneità e una stringente condizionalità restano i tratti dominanti delle misure considerate, mentre il diritto al reddito dovrebbe configurarsi come diritto universale, permanente e, quantomeno largamente, indisponibile.
Nel successivo articolo, Fernando Di Nicola, dopo avere ricordato i molti limiti che, malgrado i recenti cambiamenti, continua a presentare la tassazione degli immobili, valuta la proposta complessiva di riforma avanzata da Nens, che introduce tra l’altro un’imposta patrimoniale erariale sostitutiva di quelle sul reddito. Rispetto a tale proposta Di Nicola suggerisce una variante che riconduce i redditi figurativi di mercato nell’alveo dell’Irpef i cui effetti redistributivi consentirebbero di tutelare i redditi effettivi più bassi.
Ruggero Paladini ricorda le ragioni per le quali è giustificato che i servizi offerti dai Comuni siano finanziati con la tassazione degli immobili ma sottolinea anche le condizioni alle quali deve corrispondere questa tassazione. In particolare deve essere basata sul valore degli immobili, diversamente da quanto avviene oggi in Italia. Paladini, inoltre, indica i problemi che pone l’esenzione della prima casa e illustra alcune proposte che potrebbero superare questi e altri problemi collegati alla tassazione degli immobili.
Nell’ultimo degli articoli, Francesco Sinopoli si occupa dell’università italiana. Dopo aver riportato i dati sul calo degli studenti e del personale docente e amministrativo, Sinopoli discute le scelte di policy degli ultimi anni e sostiene che il DDL di stabilità, pur destinando risorse (modeste) ad alcune componenti del sistema, si inserisce nel solco di quelle scelte. In particolare, esso non prevede quegli investimenti crescenti nell’università e nella ricerca di cui necessiterebbe il sistema economico-sociale italiano.
Nella prima Scheda, Marta Capesciotti dà conto delle esperienze degli ordinamenti giuridici italiano e spagnolo relativamente all’articolata interazione tra la connotazione privatistica del bene “casa” e la natura pubblicistica del “diritto sociale all’abitazione” a questo collegata. Capesciotti inoltre ricorda il percorso del giudice costituzionale nei due Paesi per il riconoscimento del diritto all’abitazione, le politiche tendenzialmente poste in essere per darvi attuazione, oltre che gli aspetti inerenti il riparto di competenze tra i diversi livelli di governo.
Teresa Barbieri e Francesco Bloise, nella seconda Scheda, ci accompagnano nel mondo della miseria estrema, riportando le ultime stime della Banca Mondiale secondo le quali la povertà a livello globale si sta riducendo. Barbieri e Bloise dopo avere ricordato come viene definita la povertà, presentato i dati e illustrano alcuni problemi metodologici che si pongono nella loro costruzione. Su queste basi, Barbieri e Bloise elencano alcuni motivi per i quali occorre cautela nel valutare queste tendenze e nel considerarle tali da prefigurare un futuro non lontano nel quale la povertà sarà sradicata.
Massimo Calise, per la Rubrica “Resoconti” ricostruisce le caratteristiche e gli obiettivi del Decreto Legislativo sulla “Fusione dei Comuni” e fa il punto sul suo stato di attuazione. L’osservazione che il numero dei Comuni si è ridotto grazie alla fusione di quelli più piccoli esclusivamente nelle Regioni del Centro-Nord, fornisce a Calise lo spunto per sottolineare il ritardo del Mezzogiorno nel cogliere questa che può essere un’opportunità e ne individua le cause nell’ostacolo che il carattere “estrattivo” della politica nel Mezzogiorno pone al cambiamento.
Infine, nel suo “Contrappunto”, Maurizio Franzini si chiede quali possano essere i veri obiettivi dei terroristi, in particolare se tra essi rientri quello di “farci cambiare le nostre abitudini” come spesso si afferma, e se i loro comportamenti rispondano ai requisiti della razionalità. Nel tentativo di rispondere a questa domanda Franzini richiama alcuni studi sull’economia del terrorismo e sulla sua razionalità e suggerisce che la comprensione del fenomeno richiede di considerare congiuntamente gli obiettivi e la razionalità di chi progetta e di chi esegue gli attentati.
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