Negli articoli proposti in questo numero del Menabò, Paladini si occupa delle proposte di Obama per ridurre le disuguaglianze negli Stati Uniti; Giubboni indica perché il Jobs Act può entrare in tensione con alcuni principi costituzionali; Basili offre una spiegazione dei successi economici tedeschi diversa da quella prevalente; Costa e Morra illustrano estensione e caratteristiche delle disuguaglianze di salute in Italia; Capernich analizza l’impatto di Internet sulle organizzazioni politiche. Nella prima scheda, Aster riassume la storia degli aiuti alla Grecia mentre nella seconda Borgna e Struffolino affrontano il problema degli abbandoni scolastici con una prospettiva di genere. Nella Rubrica “Cronache Italiane” Bacigalupi racconta come si istruiscono i figli delle famiglie del circo e, infine, il Contrappunto di Franzini è dedicato alle critiche che Varoufakis ha mosso a Piketty considerandolo un nemico dell’egualitarismo.
Nel primo articolo Ruggero Paladini, esaminando dal punto di vista della riduzione delle disuguaglianze la legge finanziaria per il 2016 proposta da Obama, mostra come essa preveda vari interventi popolari ai quali, in un periodo elettorale, non sarà facile per i repubblicani opporsi. Paladini considera che un ostacolo potrebbe essere rappresentato dalla già alta progressività del sistema fiscale USA, maggiore di quella europea, ma ritiene che la crescente concentrazione del reddito in atto negli USA non consenta di giustificare le eventuali reazioni dei più ricchi.
Nel secondo articolo, Stefano Giubboni osserva che il contratto a tutele crescenti contenuto nello schema di decreto legislativo trasmesso dal Governo alle Camere il 24 dicembre, caratterizzandosi soprattutto per la riduzione delle garanzie contro i licenziamenti ingiustificati prevista per i nuovi assunti, è ben diverso da quello che era trapelato nelle prime discussioni sul Jobs Act. Partendo da queste considerazioni Giubboni sostiene che tra il contratto proposto dal governo e i principi costituzionali vi sono molteplici tensioni.
Nel successivo articolo, Marcello Basili si chiede se mentre sembra riscuotere importanti successi politici a livello internazionale, Angela Merkel abbia davvero alle sue spalle il paese delle meraviglie da molti celebrato. Presentando numerosi dati, Basili sostiene che essi raccontano una storia dei successi tedeschi diversa da quella che più frequentemente circola e chiariscono quale sia il presupposto, irripetibile e irriproducibile, dell’imponente attivo commerciale tedesco e dello spiazzamento dei competitor continentali come Francia e Italia
Nel penultimo articolo, Giuseppe Costa e Michele Marra si occupano di disuguaglianze di salute, attingendo a un recente Libro Bianco sul tema, e sottolineano che esse sono un problema per la sanità, a causa dei loro effetti sulla mortalità; sono un problema sociale, perché colpiscono le fasce di popolazione più svantaggiate e sono, infine, un problema economico, date le ingenti risorse richieste per farvi fronte. I due autori, anche richiamando la variabilità delle disuguaglianze di salute nel tempo e nello spazio, sostengono, però, che esse non sono inevitabili.
Infine, nell’ultimo articolo, Cristopher Cepernich si chiede come Internet stia trasformando le organizzazioni politiche e le forme di partecipazione e sottolinea che la Network Society da un lato obbliga i partiti a ripensarsi in termini di re-intermediazione nelle relazioni con i cittadini e a rinunciare al monopolio della politica istituzionale e, dall’altro, lungi dall’essere la causa della crisi dei partiti, offre a questi ultimi la possibilità di uscire dal loro attuale stato di debolezza, come mostrano varie esperienze, a iniziare da quella di Obama nelle elezioni del 2008.
Nella prima scheda, Aster ripercorre i passaggi principali degli interventi di sostegno all’economia greca da parte delle istituzioni internazionali e descrive la sfida lanciata dal nuovo governo presieduto da Alexis Tsipras che chiede di rinegoziare gli accordi. Aster sottolinea come i possibili esiti della rinegoziazione dipenderanno da scelte prettamente politiche, dalla cui sua soluzione (o mancata soluzione) potrebbe dipendere lo stesso futuro dell’unione monetaria.
Nella seconda scheda, Camilla Borgna e Emanuela Struffolino esaminano le determinanti dell’abbandono scolastico in Italia, focalizzando la loro attenzione sulle differenze di genere. Le due autrici mettono in evidenza la minore propensione delle ragazze all’abbandono, anche a parità di risultati scolastici precedenti. Questo apparente vantaggio potrebbe, però, nascondere una maggiore vulnerabilità delle donne sul mercato del lavoro, specie in alcuni contesti territoriali e in funzione delle risorse della famiglia.
Nella Rubrica “Cronache italiane”, Martina Bacigalupi si occupa di un problema circoscritto ma rilevante: la scolarizzazione dei figli di famiglie itineranti come quelle del circo. Dopo avere ricordato le carenze della legislazione europea rispetto a questo problema, Bacigalupi illustra la risposta fornita dall’Accademia d’Arte Circense di Verona che, esempio unico a livello europeo, permette ai giovani circensi di formarsi come artisti e, allo stesso tempo, di acquisire le conoscenze e le competenze minime per non essere esclusi da una futura vita stanziale.
Infine, il numero si chiude con il “Contrappunto” di Maurizio Franzini dedicato a un articolo scritto da Varoufakis poco prima di diventare ministro delle Finanze nel nuovo governo greco, nel quale egli muove a Piketty l’accusa di essere, al di là delle apparenze, un nemico dell’egualitarismo. Franzini, dopo avere ricordato quali sono state le reazioni dei veri avversari dell’egualitarismo al libro di Piketty esamina gli argomenti con cui Varoufakis motiva la sua provocatoria tesi e si chiede se essi abbiano un fondamento.