MENABO’ N. 100!!!

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Il Menabò compie 100 numeri, a quasi 5 anni di distanza dalla sua nascita come rivista digitale. Per l’occasione la Redazione ha preparato un numero diverso dal solito. L’articolo di apertura è un editoriale che riflette sull’attività fin qui svolta e indica possibili percorsi per il futuro. Seguono otto articoli, tutti scritti dalla Redazione e collocati senza distinzioni nelle nostre tradizionali rubriche, che accostano la disuguaglianza, uno dei temi caratteristici del Menabò, a altrettanti problemi o questioni cruciali nel nostro tempo: il cambiamento tecnologico, la crescita, il merito, la cittadinanza, le uguali opportunità, l’accesso ai servizi, l’ambiente e la democrazia.

Più in dettaglio, il primo articolo dopo l’Editoriale, analizza le diverse forme che può assumere la relazione tra cambiamento tecnologico e diseguaglianza. Dopo una disamina dell’evoluzione storica di questa relazione, l’articolo passa in rassegna i canali attraverso cui le trasformazioni tecnologiche possono indurre mutazioni sia negli assetti distributivi sia nelle configurazioni sociali ed istituzionali e si conclude con un focus sul processo, in atto, di digitalizzazione delle economie.

Da tempo si discute se e in che direzione la disuguaglianza influenzi la crescita economica. Il secondo articolo richiama le ipotesi teoriche più frequenti e i principali studi empirici che, in netta prevalenza, individuano un effetto negativo della disuguaglianza sulla crescita, e sostiene   che considerando altre caratteristiche della disuguaglianza, e non solo la sua altezza, nonchè il modo in cui si distribuiscono gli eventuali maggiori redditi futuri, oggi non appare possibile giustificare la disuguaglianza con la maggiore crescita

Al centro del terzo articolo è il legame tra disuguaglianza e merito. Riprendendo temi e spunti contenuti in articoli comparsi sul Menabò, l’articolo si sofferma sui rischi derivanti dall’affidarsi alla concorrenza nel campo dell’istruzione, sull’evasione fiscale come premio per i non meritevoli e come moltiplicatore delle disuguaglianze, e sulla necessità di trattare con cautela l’idea di merito alla luce dei rapporti di potere che caratterizzano la società.

Il successivo articolo pone la disuguaglianza in relazione alla cittadinanza e interpreta in questa ottica tre recenti vicende: i) la revoca della cittadinanza diretta a una determinata categoria di cittadini in ragione di condanne penali; ii) la mancata acquisizione della cittadinanza  nonostante la nascita, la crescita, l’integrazione attraverso l’istruzione, ed un’evoluzione identitaria e sociale da “italiani”; iii) il mercato delle cittadinanza accessibile a “super ricchi globali” a caccia di vantaggi.

Il quinto articolo si concentra sulle crescenti difficoltà che incontra l’eguaglianza nell’accesso ai servizi. Tali difficoltà sono dovute più che a un esplicito ridimensionamento del ruolo del pubblico a varie circostanze “indirette”: il sotto-finanziamento, l’assenza di una strategia complessiva di qualificazione dell’intervento pubblico e la diffusione della “cultura” di insostenibilità della spesa. Queste tendenze non sono ineluttabili e possono essere contrastate da opportune politiche.

L’articolo successivo riflette sul rapporto tra disuguaglianza nei redditi e eguaglianza delle opportunità e in particolare sulla tesi secondo cui bisognerebbe limitarsi a livellare le opportunità, senza intervenire sulle disuguaglianze che si creano nei mercati. L’articolo sostiene, al contrario, che l’effettiva eguaglianza di opportunità dipende dalle caratteristiche individuali che i mercati premiano, cosicché, per realizzarla, occorre intervenire dove le disuguaglianze si formano, cioè nei mercati.

I problemi ambientali, soprattutto quelli globali, sono in vari modi legati alla disuguaglianza. Il settimo articolo dà conto di numerosi studi empirici che individuano una relazione negativa tra disuguaglianza nei redditi e emissioni di CO2, soffermandosi sulla decisiva importanza che sembra la quota di reddito appropriata dal 10% più ricco. Gli stili dei vita dei molto ricchi e l’impatto che in vario modo essi possono avere sulle decisioni riguardanti le politiche ambientali sono in grado di spiegare questo effetto.

L’ultimo articolo è dedicato a una breve riflessione sui rapporti tra disuguaglianza economica e democrazia. Dopo aver indicato alcuni dei canali attraverso i quali la concentrazione dei redditi e della ricchezza al top può portare a distorsioni nelle competizioni elettorali e, ancora di più, nelle concrete decisioni politiche, l’articolo richiama alcuni lavori che mostrano quanto rilevante sia, già oggi, il problema e invita a non sottovalutare i rischi che la democrazia corre a causa delle forti disuguaglianze.

 

Il numero 100 è stato scritto dal gruppo dei redattori del Menabò di Etica e Economia: Maurizio Franzini, Elena Granaglia, Dario Guarascio, Paolo Paesani, Elena Paparella e Michele Raitano.

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