Mafie, abolizione del contante e aiuti post Coronavirus

Vincenzo Musacchio riflette sul ruolo che l’abolizione del contante può avere nel ridurre il rischio che la che la criminalità organizzata possa impadronirsi degli aiuti post emergenza Covid-19. Musacchio sostiene, in particolare, che moneta elettronica e la tracciabilità dei pagamenti, possano essere condizioni efficaci per porre un freno alle razzie di fondi pubblici da parte delle mafie nonché alle attività di riciclaggio che ne sarebbero la conseguenza.

Riaprire un dibattito sull’abolizione del contante riguardo al rischio che la criminalità organizzata possa impadronirsi di una cospicua parte degli aiuti post emergenza Covid-19 sarebbe molto auspicabile. Eliminare il contante da tutti gli aiuti post emergenza con una particolare attenzione per i fondi pubblici e i finanziamenti erogati alle imprese per il supporto alle loro attività, sono una soluzione che il Governo non potrà non tenere in giusta considerazione. L’ipotesi di eliminare del tutto l’utilizzo del contante ed eseguire qualsiasi pagamento con strumenti elettronici che garantiscano la tracciabilità, per combattere alla radice non solo il problema dell’evasione fiscale, ma anche le organizzazioni mafiose, sarebbe una via da percorrere.

A confermare questa esigenza è anche il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho, durante un intervento all’Università Federico II di Napoli. “Eliminare del tutto il denaro contante sarebbe la soluzione migliore per eliminare le mafie. In tanti Paesi del mondo anche il giornale si paga con la carta di credito e si tracciano tutti i pagamenti” ha affermato il magistrato antimafia. Si potrebbe pensare di intervenire chirurgicamente sulla legislazione tributaria prevedendo che ogni spesa si debba inserire nella dichiarazione dei redditi. Cafiero De Raho a tal proposito ha anche indicato l’idea che l’imposta dovuta si paghi sul reddito risparmiato anziché sul reddito speso. Questo consentirebbe di controllare specificatamente tutti i pagamenti. Siamo portati a pensare che evidentemente non si voglia lottare efficacemente il crimine organizzato, una parte degli italiani probabilmente pensa che si debba consentire il contante come forma di arricchimento illecito per una parte della popolazione. Combattere la corruzione e l’evasione però sarebbe anche un modo per combattere la criminalità organizzata tenuto conto degli stretti rapporti che intercorrono tra loro.

Sul tema è intervenuto anche il Procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli, sostenendo, giustamente, che le movimentazioni in contanti consentono dei vantaggi evidenti agli appartenenti alla criminalità organizzata, quindi la loro azione sarebbe certamente ostacolata dal controllo del contante, che non lascia traccia. E’ così che si è pronunciato, in un’intervista al quotidiano “Il Fatto Quotidiano”, riguardo a un ipotetico intervento politico sulla riduzione ulteriore del contante. “Più si riduce la soglia, maggiore è l’ostacolo che si crea. Anche questo può avere un suo significato dal punto di vista investigativo. Certo questo può creare difficoltà anche negli scambi, bisogna trovare una soglia che non comprometta gli affari leciti”.

Proprio in merito ai recenti provvedimenti del Governo (Decreto Legge 8 aprile 2020 n. 23 cd. Decreto Liquidità) sono intervenuti altri due magistrati antimafia, Antonino Di Matteo e Sebastiano Ardita, i quali ritengono “opportuno”, vigilare “sul rischio di favorire anche le imprese criminali”, perché al momento il decreto stesso “non contiene alcun meccanismo per escludere dai benefici le imprese riferibili a persone coinvolte in processi di criminalità organizzata o che abbiano riportato condanne o siano indagati per reati contro la pubblica amministrazione o reati tributari, né consente di verificare l’effettivo utilizzo dei fondi percepiti per affrontare la crisi legata alla diffusione del Covid-19”.

La moneta elettronica e la sua tracciabilità in questo specifico ambito potrebbero prevenire fenomeni di malversazione dei fondi pubblici o d’illecita concorrenza delle imprese illegali, rispetto ai quali agire prima sarebbe meglio che curare il male quando diventa incurabile. Siamo convinti che nella lotta alla criminalità mafiosa di natura economica più sarà possibile tracciare il denaro e più si eviterà che le mafie possano arricchirsi soprattutto con soldi pubblici. Un sistema di pagamento elettronico colpirebbe in un sol colpo le mafie, la criminalità comune, gli evasori fiscali, i politici e funzionari corrotti.

La condizione vincente in questo contesto potrebbe essere: erogazioni e pagamenti elettronici obbligatori nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Moneta elettronica e tracciabilità dei pagamenti, saranno di certo un freno alle razzie di fondi pubblici da parte delle mafie e conseguentemente anche al riciclaggio che ne deriverebbe. Diamo scacco matto alle mafie introducendo l’obbligo per la P.A. di erogare e accettare solo pagamenti elettronici. Un obbligo che potrebbe essere esteso a tappeto a tutta la Pubblica Amministrazione includendo anche gli aiuti che provengono da organi europei e internazionali ed estendendo tale obbligo anche alle società che forniscono servizi pubblici.

Chi studia i fenomeni mafiosi sa benissimo che la nuova criminalità organizzata non usa più la violenza ma accresce il suo potere economico attraverso imprenditori e professionisti collusi. In passato all’interno stesso delle organizzazioni mafiose c’erano gli imprenditori affiliati, oggi non servono più poiché c’è una parte dell’imprenditoria che trova conveniente collaborare con le organizzazioni criminali giacché i guadagni sono ingenti e tutto sommato i rischi sono pochi.

Le mafie attualmente forniscono servizi che convengono al mondo dell’economia e della politica. Perciò sono queste ultime che si avvicinano alle mafie e non il contrario. Costituire un meccanismo economico che riesca a rendere la vita difficile a quella parte dei professionisti che si pone al soldo delle mafie e gli consente di raggiungere l’inquinamento dell’economia potrebbe essere una delle vie per porre freno alla concreta possibilità da parte delle mafie stesse di impadronirsi di una cospicua parte degli aiuti post emergenza Covid-19. Ricordiamoci che i clan devono inevitabilmente gestire il potere economico per avere influenza sul sistema politico.

Per rendere maggiormente l’idea al lettore proviamo a immaginare come, con la moneta elettronica, la criminalità organizzata potrebbe realizzare estorsioni e usura nei confronti delle attività commerciali (quelli dei piccoli commercianti, quelli degli artigiani). Dovrebbe inviare i propri affiliati con tanto di bancomat e dovrebbe interrompere il “pizzo” o l’usura quando manchi la connessione internet? Dovrebbe verificare che la carta di credito utilizzata non sia inserita nel circuito dei bancomat nella disponibilità della consorteria mafiosa? Fornendo i POS con il collegamento gratuito a carico dello Stato o delle banche il tutto sarebbe più facile e maggiormente efficace. Se fosse per me, eliminerei totalmente il contante fermo restando l’assoluta gratuità di tutte le operazioni elettroniche connesse.

Se l’introduzione della moneta elettronica può portare soltanto vantaggi perché non ci poniamo il seguente interrogativo: chi ha interesse a non volerla? La risposta arriva a mio giudizio da un’altra domanda: un criminale farebbe mai una legge che punisca chi delinque? Quella dell’abolizione totale del contante è insomma un’idea che bisogna valutare con imparzialità e correttezza, senza considerarla una terapia ma nemmeno un pericolo. A questa scelta ovviamente dovrebbero seguire alcune riforme e specifici controlli che garantiscano i vantaggi appena citati. Se attuata con le dovute misure, potrebbe risolvere una serie di problemi che affliggono in maniera endemica il nostro Paese. A maggior ragione da considerare la realtà d’intere zone del paese (soprattutto al Sud, ma non solo) in cui le mafie lucrano grazie al nero (es. il caporalato).

Eliminare il contante quindi salverebbe sicuramente milioni di persone sfruttate dalla criminalità organizzata, e darebbe un colpo anche all’economia mafiosa di quello specifico settore. Siamo un Paese molto corrotto, e tutte le inchieste legate al mondo degli appalti in specie quelle dove sono coinvolte mafie e politica dimostrano che le tangenti viaggiano sotto forma di denaro contante. Di contanti ad esempio vive lo spaccio di droga, il contrabbando di merce contraffatta, la prostituzione. La mafia opera e lucra anche nel settore delle costruzioni, commercio all’ingrosso, dettaglio, ristorazione, servizi d’informazione, finanziari, assicurativi, immobiliari, attività professionali, istruzione, sanità, assistenza sociale, attività di servizi e tanti altri settori ancora. Ci sono attività criminali che passano per la movimentazione in contanti e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti: sul versante della corruzione è uno dei modi per giustificare i trasferimenti.

I contanti sono importantissimi per le mafie, per cui è necessario creare qualsiasi strumento idoneo ad evitare di generare contante ed è fondamentale poi consentirne la tracciabilità. Il denaro è utilizzato dalle mafie anche per gli approvvigionamenti di armi attraverso monete virtuali tipo bitcoin, acquistati però sempre con moneta cartacea. Con la moneta elettronica sarebbe certamente più semplice monitorare i flussi apparentemente leciti che nascondono spesso cospicue attività di riciclaggio. Di conseguenza la moneta elettronica potrebbe essere una misura semplice per cominciare a recuperare il terreno perduto nella lotta alla criminalità organizzata. Incoraggiarne l’uso quindi è un dovere, se non altro perché si ostacolano le attività illecite e si contribuisce a una società più equa. Siamo consapevoli che questo sistema di pagamento colpirebbe direttamente tutte le mafie e a beneficiarne sarebbero proprio le persone oneste, che probabilmente potrebbero finalmente sentirsi cittadini, senza apparire “beffate” solo perché pagano onestamente le tasse. In conclusione, ben venga la moneta elettronica, purché sia assolutamente tracciabile.

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