Lookingforward: ripresa, riforme bancarie, tutela del risparmio

Paolo Paesani prende spunto da una raccolta di scritti di F.D. Roosevelt, pubblicata di recente in una nuova traduzione, per riflettere sul nesso tra ripresa economica, riforma del sistema bancario e tutela del risparmio in Italia e in Europa. Paesani ricorda l’attenzione di Roosevelt per le riforme e il suo invito a coniugare realismo, ottimismo e coraggio, nel progettare riforme dirette ad accrescere il benessere collettivo, che appare particolarmente importante nel mondo di oggi, preda dell’incertezza e dell’allarmismo.

Lookingforward … Guardare al futuro. La politica contro l’inerzia della crisi. Così s’intitola un volume, pubblicato tre mesi fa da Castelvecchi, con la prefazione di James K. Galbraith e la cura di Giuseppe Amari e Maria Paola Del Rossi. Il volume contiene gli interventi e i discorsi tenuti da F.D. Roosevelt durante la campagna elettorale del 1933 che lo portò alla Presidenza degli Stati Uniti, mentre il paese affondava nella Grande Depressione.

Nel decennio appena trascorso, il mondo ha rischiato di precipitare di nuovo nella Grande Depressione. L’adozione di misure di sostegno alla domanda aggregata, dalla politica monetaria non convenzionale all’espansione fiscale, la tenuta del commercio internazionale, la capacità di arginare i rischi finanziari attraverso l’introduzione di nuove regole hanno scongiurato questo pericolo nell’immediato.

Molti paesi, come la Grecia, stanno emergendo faticosamente da un decennio segnato dall’aumento vertiginoso della disoccupazione, della povertà, delle disuguaglianze. Altri paesi, come l’Argentina, tornano a sperimentare la sfiducia che si manifesta nella forma di emorragie di capitali. L’Europa è scossa dalla questione dei migranti, dalla mancanza di solidarietà, dai nazionalismi. Il mondo osserva con preoccupazione il riaffacciarsi delle guerre commerciali, dell’instabilità geopolitica, dell’incertezza.

Anche per questo, Guardare al futuro con il suo messaggio di speranza di fronte a problemi economici di vasta portata compare davvero nel momento opportuno. Nel volume si affrontano molti problemi, dalla regolamentazione del commercio internazionale e dei trust alla questione della popolazione carceraria ai danni provocati dalla speculazione finanziaria sul risparmio delle famiglie e sulla tenuta del sistema bancario.

Quest’ultimo tema appare particolarmente rilevante nell’Italia di oggi, con un sistema bancario in via di consolidamento dopo le crisi che lo hanno attraversato negli ultimi anni. In un seminario istituzionale sulla tematica del non performing loans, tenuto poco più di un anno fa alla Camera dei Deputati, il Vice direttore della Banca d’ItaliaFabio Panetta ricordava che

“Tra il 2008 e il 2013 il PIL dell’Italia è diminuito di 10 punti percentuali, contro 2 nell’area dell’euro; la produzione industriale è scesa di circa 25 punti, contro 10 nell’area; gli investimenti sono crollati del 30 per cento, quasi il doppio dell’eurozona. Si è trattato della peggiore crisi economica della storia italiana, ben più grave di quella dei primi anni trenta del novecento. Per di più, la ripresa registrata negli anni più recenti è stata – soprattutto fino al 2016 – lenta e incerta: nello scorso dicembre il PIL era ancora inferiore del 5 per cento rispetto al 2007. La capacità di resistenza del settore bancario italiano ha superato le aspettative degli analisti”.

Tra le misure introdotte per affrontare questo problema Panetta ricorda gli interventi, sul piano nazionale ed europeo, finalizzati a far sì che gli intermediari predispongano database esaustivi sulle singole posizioni in sofferenza e assetti organizzativi che consentano una gestione efficace delle attività deteriorate. Misure per rendere più efficiente il processo di recupero dei crediti, accorciando i tempi necessari per escutere le garanzie e completare una procedura fallimentare. E tutto questo sullo sfondo delle “grandi manovre” che stanno dietro all’Unione Bancaria Europea e all’implementazione di Basilea III.

Si tratta di misure di chiara impronta riformista mirate a coniugare la stabilizzazione del sistema del credito in Italia con la ripresa economica. Il tema del rapporto tra ripresa e riforma è centrale oggi come negli anni di Roosevelt. Lo ricorda Maurizio Franzini in uno dei saggi pubblicati nel volume a corredo degli scritti di Roosevelt.

Nelle lettere indirizzate da Keynes a Roosevelt,ugualmente riprodotte nel volume, emerge la preoccupazione dell’economista inglese nei confronti della possibilità che le riforme interferiscano con la ripresa.

“Vi siete impegnato su un doppio obiettivo; ripresa e riforma: ripresa della crisi e passaggio a quelle riforme economiche e sociali che sono attese da troppo tempo. Per il primo compito, velocità e rapidità sono essenziali. Anche il secondo compito può essere urgente: ma la fretta può essere dannosa, mentre è più importante la saggezza degli obiettivi a lungo termine che i risultati immediati.”.   (Keynes p. 208)

Applicando queste parole al contesto presente, emerge chiaramente l’importanza di una rapida ripresa dell’economia italiana,capace di sostenere l’efficacia delle riforme, senza indebolire il senso di urgenza che le ha determinate.

Il tema del rapporto tra ripresa economica e riforme in campo bancario si lega strettamente a quello della tutela del risparmio.La necessità di prestare attenzione ai risparmiatori,potenziando gli interventi messi in atto contro i rischi della speculazione e dall’esproprio da parte di consulenti senza scrupoli, è cruciale oggi, come lo era al tempo di Roosevelt, che ne tratta nel XIII capitolo del suo libro e di nuovo nella prima delle sue conversazioni al caminetto. Si tratta di un tema importantissimo, centrale non solo nella riflessione di Roosevelt ma anche in quella di Federico Caffè, che a più riprese viene evocato nel volume curato da Amari e Del Rossi, nonché di Marcello De Cecco.

Pierluigi Ciocca ricorda come Marcello De Cecco identificasse nel settore della finanza una delle carenze strutturali, storiche del nostro paese.

“Per parte loro, a differenza di quelle tedesche, le banche italiane non hanno insegnato agli imprenditori a fare impresa vera, a cercare il nuovo, financo a pagare le tasse. Marcello citò l’esperienza vissuta in un’antica banca toscana. Troppi soldi si elargivano ad aziende piccole, e in multi affidamento: ‘La Comit partecipa? Se sì, diamo anche noi il 10 per cento del fido’, senza valutare il merito di credito, soprattutto l’attitudine alla produttività. E l’Italia economica, e politica, si è da vent’anni fermata”.

Capire come migliorare la capacità delle banche italiane di valutare il merito di credito, capire se il modo migliore di farlo consista nell’affidarsi all’automatismo e ai big data o a meccanismi capaci di rimettere al centro di questa valutazione, l’elemento personale, discrezionale, basandosi su un vero rapporto fiduciario di clientela, appare oggi essenziale nella discussione del rapporto tra riforme bancarie, ripresa economica e tutela del risparmio.

Inevitabilmente, in Italia questo tema s’intreccia con quella dall’Unione Bancaria Europea che, come ricorda Panetta nell’intervento appena richiamato, è ancora priva del terzo pilastro: l’assicurazione unica dei depositi (European Deposit insurance scheme, EDIS). Il problema dell’estensione di questa garanzia s’intreccia con quello del coefficiente di rischio da attribuire ai titoli di Stato di proprietà delle banche. Si tratta di un tema chiave sul quale l’Italia sta tenendo lodevolmente il punto perché è evidente che indebolire la fiducia nei titoli di stato significa minare la stabilità di qualunque sistema finanziario e quindi del sistema globale.

Sul contesto in cui sono stati costruiti i due pilastri esistenti dell’Unione Bancaria Europea: il meccanismo di supervisione unico (ESM), e il meccanismo di risoluzione (ERM), e sugli sforzi particolare richiesti alle banche italiane per farne parte, è molto istruttivo leggere l’intervento di Vladimiro Giacchè, presidente del Centro Europa Ricerche, al Parlamento Europeo.

L’impressione è che, in questo momento, sia difficile aspettarsi passi in avanti sul fronte europeo, anche prescindendo dalle polemiche degli ultimi giorni. Già riuscire a non perdere quanto si è raggiunto, superando in qualche modo questa fase di difficoltà sarà un successo.Questo significa che dobbiamo aiutarci da soli, proseguendo sulla strada intrapresa, mettendo in campo interventi realistici, correggendo ciò che deve essere corretto, sperimentando e innovando dove possibile, come ad esempio nel campo dell’educazione finanziaria.

Detto questo, non resta che un ultimo richiamo all’importanza di guardarsi da chi cerca di sfruttare quella che Federico Caffè definiva la strategia dell’allarmismo economico. L’importanza di una comunicazione corretta,moderata nei toni, rispettosa dell’interlocutore ma, al tempo stesso, ferma e capace di spiegare la situazione e di rassicurare con parole convincenti, è essenziale. Lo ricorda Giovanna Leone nel saggio a commento del primo dei discorsi del caminetto, tenuto da Roosevelt per annunciare agli americani la chiusura temporanea della banche.

Non cedere alla strategia dell’allarmismo è cosa diversa dall’avere chiare le difficoltà che ci attendono, a cominciare dai rischi derivanti dalla fine del Quantitative Easing a da una ripresa europea, forse meno brillante del previsto. Tale consapevolezza è essenziale per affrontare le forze oscure del tempo e dell’incertezza, citando ancora una volta Keynes. Nell’introduzione all’ultima raccolta dei sui articoli, parlando del ritorno del nazionalismo e del razzismo in Europa,Marcello De Cecco scrive:

“Una nuova classe politica emergerà dalla necessità di questa netta virata nei paesi che dovranno effettuarla o anche solo subirla. Se dobbiamo basarci sulle esperienze degli ultimi cento anni, le previsioni sono necessariamente nefaste. Come ho detto sopra, stiamo tornando ai tempi di ferro, come quelli che i miei coetanei hanno vissuto nella loro infanzia”.

I tempi di ferro stanno arrivando, la nuova classe politica anche. Speriamo sia all’altezza dei compiti che l’attendono.

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