La ragione e il torto di Tremonti

Ha indubbiamente ragione Tremonti nel dire no all’abbattimento dell’Irap proposto sconsideratamente, forse per apparire in televisione, dal Presidente del consiglio. Il bilancio statale, che dovrà fare nuovi esborsi per fronteggiare una crisi non ancora domata, non è assolutamente in grado di rinunciare in questo momento (diverso è un discorso programmatico) a nessuna entrata e sarebbe veramente assurdo che le piccole entrate di un catastrofico scudo fiscale si risolvessero in un secondo esborso  che, almeno in parte, andrebbe agli stessi che sono già stati ingiustamente premiati per aver evaso il fisco.

E’ indubbio che le imprese hanno bisogno di essere sostenute, ma il “come” è decisivo ai fini di una reale uscita dalla crisi. Perché le imprese sono in difficoltà? La risposta non è difficile: perché l’aggravarsi delle disuguaglianze che ha concentrato la ricchezza in un gruppo via via più ristretto e la crisi, che ha portato la grande massa degli italiani a dover restringere di colpo le spese, ha fortemente ridotto la domanda sul mercato. Se le imprese vendono meno è perché non trovano acquirenti sia privati sia pubblici (tutte le infrastrutture sono fatiscenti ad eccezione dell’alta velocità tra Roma e Milano). Il numero spaventoso di disoccupati o di lavoratori a orario ridotto non comprano certamente vestiti o nuovi modelli di scarpe.

Ma se questa è la ragione di fondo delle difficoltà delle imprese allora è del tutto inutile offrire soldi ad esse per produrre di più. A chi vendono questo di più? L’errore di Tremonti è di aver incentrato tutto il suo discorso sul dato della “copertura” invece di cogliere l’occasione per porre al centro il vero nodo della crisi: la grave caduta della domanda. Se il discorso si affronta da questo punto di vista appare chiaro quale è la priorità da affrontare: restituire capacità di consumo (casa, cibo, salute, tessili, mobili, mezzi di trasporto, ecc.) al ceto medio e operaio oggi bloccato e agli enti pubblici da cui dipendono costruzione di scuole, di ambulatori, di strade ecc.

                                                                  l.b.

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