Informazione, scelte e disuguaglianze educative

Carmen Aina, Massimiliano Bratti e Enrico Lippo discutono di diseguaglianze educative e, dopo aver descritto il portale Eduscopio, che consente di confrontare i vari istituti scolastici sulla base delle performance universitarie dei loro studenti, mostrano come l’influenza della scuola frequentata alle superiori persista nel tempo. Gli autori sottolineano che ridurre le carenze informative delle famiglie nella scelta dell’indirizzo scolastico potrebbe contribuire a attenuare la persistenza intergenerazionale dei livelli di istruzione.

In scenari di forte persistenza intergenerazionale, diventa fondamentale fornire a tutti, indipendentemente dalle condizioni di origine, gli strumenti utili a fare scelte consapevoli. In merito, proprio per scardinare i meccanismi attraverso cui le decisioni dei figli, in tema di indirizzo scolastico, risultano non basate solo sulle loro capacità, la Fondazione Giovanni Agnelli ha lanciato nel 2014 il portale Eduscopio.it. L’idea, alla base del progetto, è valutare gli esiti successivi alla formazione secondaria, ovvero i risultati universitari e lavorativi dei diplomati, per fornire indicazioni di qualità sull’offerta formativa degli istituti da cui essi provengono. Vengono così ridotte le asimmetrie informative esistenti durante il processo decisionale, che potrebbero essere particolarmente penalizzanti per i figli di genitori meno istruiti e abbienti, ed in media meno informati e attenti alla qualità delle scuole, soffermandosi maggiormente sull’esito che si intende perseguire: universitario o lavorativo.

La metodologia Eduscopio prende in considerazione il percorso lavorativo o universitario post-diploma al fine di valutare gli istituti scolastici per tipologia di indirizzo. Nel primo caso (Eduscopio Università) la metodologia analizza la performance dei diplomati liceali e tecnici, iscritti al primo anno di un corso universitario. La classifica viene così proposta per tutti i licei e gli istituti tecnici per i quali nell’ultimo triennio almeno un diplomato su tre (per un totale minimo di 21 diplomati) si è iscritto al sistema terziario, pesando due componenti: la “qualità” negli apprendimenti universitari (media dei voti agli esami); la velocità nel percorso di studi (quota di crediti universitari ottenuti rispetto a quelli previsti). Nel caso degli esiti lavorativi (Eduscopio Lavoro), invece, la graduatoria si basa sulla valorizzazione di aspetti qualitativi e quantitativi delle esperienze lavorative maturate dai diplomati di un istituto tecnico e professionale, nei primi due anni dal diploma.

Sulla base di questi indicatori consultabili dalle famiglie, è possibile fare valutazioni e confronti tra gli istituti in base a dati oggettivi, quali i risultati conseguiti dai rispettivi diplomati durante il primo anno di iscrizione all’università o nei primi due anni di lavoro post-diploma. Gli indicatori che emergono dalle due metodologie descritte permettono così di individuare non tanto la scuola migliore in termini assoluti, quanto piuttosto quelle che, situate in prossimità della località di residenza, potrebbero consentire allo studente di realizzare a pieno le proprie aspirazioni future.  Inoltre, la pubblicità di queste informazioni consente agli istituti stessi di verificare gli esiti del proprio operato ed eventualmente di intervenire sui metodi didattici per migliorarne l’efficacia. L’utilizzo di questo strumento per una scelta più informata della scuola secondaria da parte delle famiglie è stato confermato nel contributo di Vuri (Ranking scolastici e scelte familiari. Prime evidenze Eduscopio, WP 58, 2018). In particolare, la numerosità delle iscrizioni ricevute dai vari istituti è risultata positivamente correlate alla posizione che la scuola, all’interno dello stesso indirizzo ed area di riferimento, occupa nella classifica Eduscopio, ovvero più elevato è l’indicatore, maggiori sono le iscrizioni. Sebbene tale evidenza sia statisticamente significativa, l’effetto è tuttavia contenuto nella dimensione, segnalando che Eduscopio è consultato dai genitori e dagli studenti più che altro per escludere le scuole con peggiori performance.

Come ogni metodologia, anche quella seguita da Eduscopio, così come gli indicatori proposti non sono stati esenti da critiche, ad esempio in merito al ranking delle scuole costruito rispetto alla performance del primo anno di università. Se da un lato l’indicatore potrebbe identificare solo benefici temporanei e non duraturi nel tempo, penalizzando così alcuni istituti in maniera impropria, dall’altro potrebbe invece non “penalizzare” sufficientemente le scuole i cui studenti tendono ad abbandonare il percorso universitario dopo il primo anno. Al fine di testare l’esistenza o meno di queste possibili distorsioni, un nostro recente lavoro (‘The contribution of high schools to university students’ academic performance: The case of Eduscopio’ – WP59, 2019) ha esteso l’analisi fino al terzo anno di iscrizione universitaria. In aggiunta, è stata anche analizzata la correlazione dell’indicatore con la probabilità di laurearsi nella durata legale degli studi. L’obiettivo, controllando per la performance iniziale e al terzo anno, consente di testare se il beneficio/vantaggio dato dall’istituto di provenienza sia ancora presente o colmato da un processo di learning by doing dell’esperienza accademica. L’esercizio empirico ha utilizzato i dati di tre fonti amministrative, quali Scuola in Chiaro, l’Anagrafe delle Scuole e l’Anagrafe Nazionale degli Studenti e dei Laureati, per gli anni accademici di immatricolazione 2009/10, 2010/11 e 2011/12. I criteri di selezione e la metodologia empirica sono stati gli stessi adottati da Eduscopio Università. Le stime hanno evidenziato che la correlazione dell’indicatore Eduscopio calcolato al primo anno e al terzo anno di università è prossima ad uno, confermando quindi che il vantaggio dell’istituto secondario non si esaurisce nel primo anno, ma è persistente (Figura 1).

Analogamente, l’associazione tra l’indicatore Eduscopio al primo anno con quello della probabilità di laurearsi in tempo è molto elevata (0.94) (Figura 2). Questi risultati sono confermati anche suddividendo il campione per tipologia di scuola secondaria (Figura 3), benché la correlazione tra indicatori sia in alcuni casi più contenuta, come ad esempio tra quello relativo al primo anno di studi e la probabilità di laurearsi in tempo (0.69) per gli istituti tecnici ad indirizzo tecnologico (Figura 4). Considerando infine che la Fondazione Agnelli stessa consiglia di confrontare gli istituti non solo all’interno della stessa tipologia, ma anche nella stessa area di riferimento, sono state condotte stime separate per alcune grandi città: Milano, Roma e Napoli. In generale quello che si è osservato è che nel confronto delle prime 10 scuole e delle ultime 10 nella distribuzione per indirizzo scolastico, gli spostamenti di posizione di un istituto considerando i diversi indicatori sono piuttosto contenuti.

Se da un lato la robustezza dei ranking delle scuole al mutare degli indicatori è rassicurante, dall’altro l’analisi mostra delle differenze ragguardevoli tra scuole, anche dello stesso indirizzo e nella stessa città (la Figura 5 mostra il caso di Roma), risultato di un mix tra caratteristiche degli studenti e dei docenti. Questa evidenza appare preoccupante tenuto conto della natura prevalentemente pubblica del sistema di istruzione italiano, che dovrebbe lasciare meno spazio a fenomeni di “segregazione” degli studenti per abilità e status socio-economico rispetto a sistemi privati.

In conclusione, l’analisi di robustezza della metodologia relativa agli esiti universitari ha confermato l’efficacia della piattaforma Eduscopio Università come strumento utile a predire la performance accademica degli studenti sulla base della scuola di provenienza, non solo al primo anno, ma nel corso dell’intera carriera. , L’analisi mostra, inoltre, che “una scuola non vale l’altra”, ma che gli studenti provenienti da istituti anche della stessa città e dello stesso indirizzo hanno in media performance molto diverse una volta iscritti all’università. Pertanto, soprattutto per coloro che ambiscono al proseguimento degli studi dopo il diploma, Eduscopio Università potrebbe costituire un utile supporto a studenti e famiglie nell’individuazione dell’istituto secondario da frequentare. Soprattutto nel caso di studenti con un background familiare più debole, i cui genitori non avrebbero accesso altrimenti alle informazioni sulla qualità delle scuole dello stesso indirizzo, Eduscopio Università potrebbe favorire una maggiore eguaglianza e trasparenza nel processo di scelta della scuola secondaria. Limitando il ricorso ad evidenza aneddotica o a canali informali, nel tempo si potrebbe anche osservare una riduzione della persistenza intergenerazionale dei livelli di istruzione.  Tuttavia, pur in presenza di una maggior trasparenza ed informazione, la scelta della scuola superiore rimane fortemente influenzata dalle reali possibilità di accesso degli studenti ai differenti percorsi scolastici. I risultati del nostro studio non devono pertanto essere interpretati in maniera causale.  Il dibattito rimane dunque aperto in quanto la riduzione delle disuguaglianze educative passerà in parte anche dalla capacità delle famiglie meno abbienti di sfruttare appieno le informazioni disponibili.

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