Il posto di Bitcoin nella storia delle monete

Paolo Paesani ricorda che la storia della moneta è costellata di esperimenti e Bitcoin è uno di essi. Pura moneta-segno Bitcoin è pensato per circolare a livello globale sfruttando l’ubiquità della rete. Reso possibile dalla fusione tra progresso tecnologico e  globalizzazione, Bitcoin è, secondo Paesani, coerente con l’evoluzione storica dei mezzi di pagamento e può durare nel tempo. Tuttavia la fiducia nei suoi confronti, essenziale per il suo successo, potrebbe essere minata da vari incidenti e dalle brusche oscillazioni nel suo valore.

La lunga storia della moneta come mezzo di pagamento è costellata di esperimenti e di tentativi di innovazione. Alcuni di essi hanno avuto grande successo: la moneta metallica, la banconota, l’assegno, il bonifico bancario, la carta di credito. In altri casi, il successo dell’esperimento è durato per un periodo di tempo limitato, come nel caso delle lettere di cambio medioevali e dei travellers cheques. Altri tentativi, infine, dopo un effimero successo iniziale sono falliti miseramente, come le innovazione monetarie di John Law nella Francia del XVIII secolo e gli assegnati (la moneta emessa durante la rivoluzione francese, con la garanzia della proprietà dei beni del clero della nobiltà). Una riflessione di carattere storico può servire a chiarire a quale di queste categorie appartenga Bitcoin.

Come chiarito in un interessante rapporto dell’OCSE pubblicato alcuni anni fa, il processo di innovazione in campo monetario è caratterizzato da alcune tendenze di fondo che possiamo elencare come segue: la smaterializzazione della moneta, la centralizzazione dei pagamenti, l’estensione del controllo delle autorità di emissione sulla circolazione della moneta all’interno del sistema economico. Come vedremo, Bitcoin è coerente con la prima di queste tendenze, ma è in contrasto con la seconda e la terza.

Storicamente, l’invenzione della moneta è legata alla duplice esigenza di contare gli oggetti di valore custoditi nei magazzini del sovrano e di agevolare lo scambio e il pagamento dei debiti all’interno della comunità attraverso l’indicazione di una merce atta allo scopo. In questo senso, la moneta nasce dalla fusione tra numero e peso. Al numero, elemento immateriale, colleghiamo la funzione della moneta come unità di conto; al peso, elemento materiale, la funzione di mezzo di pagamento e intermediario degli scambi. Dalla fusione dei due elementi, e delle corrispondenti funzioni primarie, deriva la capacità della moneta di assolvere alla funzione di riserva di valore nel tempo in concorrenza con le attività finanziarie e reali.

Com’è noto, esistono due visioni distinte sulle origini della moneta: la visione realista e la visione istituzionalista, con cui concorda chi scrive. Secondo i realisti, la moneta nasce all’interno del Mercato attraverso un processo di sperimentazione che parte dall’esperienza degli ostacoli del baratto e giunge a selezionare la merce più adatta a scambiarsi con tutte le altre, in virtù delle sue caratteristiche e di un comune riconoscimento del suo valore intrinseco, base del valore di scambio della moneta stessa. Lo stesso tipo di sperimentazione porta poi a sostituire la moneta-merce con la moneta-segno all’interno di una ricerca costante del profitto, attraverso la riduzione dei costi di transazione e dell’efficienza nei processi di scambi. Per i realisti, il peso precede il numero e il Mercato lo Stato. Secondo gli istituzionalisti, invece, la moneta nasce per volontà di un’autorità collettiva, che per semplicità chiameremo Stato. Questa autorità, in virtù della sua forza, determina il valore della moneta, rispetto alle altre monete e ai beni, indipendentemente da ogni riferimento al possibile valore intrinseco della merce scelta per rappresentarla, e può modificare tale valore in relazione alle mutevoli esigenze dello Stato. Per gli istituzionalisti, quindi, il numero precede il peso e lo Stato il Mercato.

Alla luce di questo contrasto, è interessante osservare come l’evoluzione dei mezzi di pagamento, dalle prime monete metalliche, coniate in Asia Minore nel VII sec. a.C., alla moneta elettronica, sia caratterizzata dal prevalere del numero sul peso, della moneta-segno sulla moneta-merce, e, in parziale contrasto (e in modo meno evidente), del Mercato sullo Stato, ovvero del settore privato come innovatore in campo monetario. Bitcoin riflette questa trasformazione. Priva di una dimensione materiale, nonostante la convertibilità nelle valute del mondo reale, Bitcoin è puro segno, pensato per circolare a livello globale sfruttando l’ubiquità della rete. Come prodotto della fusione tra progresso in campo informatico e globalizzazione dei rapporti economici, Bitcoin è coerente con l’evoluzione di fondo dei mezzi di pagamento e come tale ha la possibilità di durare nel tempo.

Come tentativo di usare la tecnologia peer-to peer per consentire agli utenti di non operare con alcuna autorità centrale o con le banche, invece, Bitcoin devia dalle altre due tendenze di fondo che caratterizzano l’evoluzione dei mezzi di pagamento nel tempo: la centralizzazione dei sistemi di pagamento e l’estensione del controllo dell’autorità centrale sulla circolazione monetaria.

Ogni pagamento diverso dal pagamento in contanti comporta una sequenza di operazioni che inizia con la presentazione dell’ordine di pagamento all’istituzione che custodisce i fondi di chi paga e si conclude con la comunicazione dell’avvenuto trasferimento dei fondi. Nel caso dei pagamenti bancari, ad esempio, i passaggi sono sei: 1) sottomissione dell’ordine di pagamento, 2) addebito del conto di chi paga, 3) approvazione dell’operazione e comunicazione dell’informazione alla banca di chi riceve il pagamento, 4) regolazione del pagamento a livello interbancario, 5) accredito del conto di chi riceve il pagamento, 6) comunicazione dell’avvenuto accredito. Ognuna di queste fasi è caratterizzata da un costo di transazione e dal rischio che la sequenza possa bloccarsi per l’insorgere di problemi imprevisti.

Nel corso del tempo, il problema della riduzione dei costi e dei rischi associati ai processi di pagamento è stato affrontato creando sistemi centralizzati di compensazione (clearing) e regolamento (settlement) presidiati dalle autorità di emissione. Come chiarisce la Banca d’Italia, nell’area dei sistemi di pagamento, l’azione delle banche centrali si esplica attraverso la definizione di standard di sorveglianza volti ad assicurare il loro regolare funzionamento nonché, in molti casi, la gestione diretta di sistemi di compensazione e regolamento dei pagamenti all’ingrosso e al dettaglio. L’adozione di standard mira a garantire parità di trattamento tra i sistemi gestiti dalle banche centrali e quelli privati e a minimizzare i potenziali conflitti di interesse tra le attività di gestione e di controllo delle stesse banche centrali. L’attività di sorveglianza è rivolta ai sistemi all’ingrosso e al dettaglio che per dimensione e/o profili di rischio sono considerati rilevanti ai fini del regolare funzionamento dei pagamenti e del mantenimento della fiducia nella moneta e negli strumenti di pagamento a essa alternativi.

La centralizzazione dei sistemi di pagamento contribuisce a ridurre i costi di transazione attraverso lo sfruttamento delle economie di scala. Il presidio delle autorità di emissione garantisce implicitamente che a livello aggregato la liquidità del sistema dei pagamenti non verrà mai meno. Nonostante l’esistenza di questi presìdi, i pagamenti diversi dal pagamento in contati, soprattutto nel caso delle transazione al dettaglio, sono spesso caratterizzati da tempi lunghi di esecuzione, da costi di transazione elevati e da rischi significativi. Bitcoin nasce per ridurre i costi di transazione e agevolare la rapidità degli scambi. La scelta di porsi al di fuori dei circuiti di pagamento centralizzati comporta dei rischi aggiuntivi per gli utenti che possono limitarne seriamente la diffusione.

Il fatto che Bitcoin sia progettato per circolare al di fuori del sistema di controllo integrato, formato dalle banche centrali e dai sistemi bancari privati, limita ulteriormente la sua possibilità di diffusione. La moneta circola oggi su base puramente fiduciaria e la fiducia è un elemento chiave nel garantire la stabilità delle relazioni monetarie e creditizia; fiducia nella capacità della banca centrale di garantire la stabilità monetaria e finanziaria, fiducia nel sistema di regolamentazione dell’attività bancaria, fiducia nella capacità delle banche (fonte di nove decimi della moneta in circolazione a livello globale) di evitare situazioni di illiquidità e d’insolvenza. Una serie di organizzazioni sovranazionali, dal Fondo Monetario Internazionale di Washington alla Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea vigilano su questo sistema a livello globale, in collaborazione con le principali banche centrali del mondo.

La crisi finanziaria esplosa negli Stati Uniti nel 2007 ha scosso fortemente la fiducia nei confronti del sistema integrato di controllo a livello globale e non è un caso che Bitcoin sia nato nel 2009, quando la crisi raggiungeva il suo acme. Una volta tornata la calma, la fiducia è tornata, almeno fino alla prossima crisi e l’interesse nei confronti di Bitcoin ha iniziato a ridursi. Una serie di incidenti, dalle brusche oscillazioni, registrate nel 2013, nel valore di mercato di Bitcoin al fallimento della piattaforma MtGox all’inizio del 2014, hanno indebolito ulteriormente la fiducia degli utenti confermando i dubbi sollevati dalla pubblicistica sull’argomento (esempio).

Osservatori autorevoli, a cominciare dalla Banca Centrale Europea, concordano sul fatto che le valute virtuali non soppianteranno, almeno in un futuro prevedibile, la moneta come la conosciamo. Ciò vale, in generale, per le valute virtuali e, in particolare, per Bitcoin che ne rappresenta l’emblema. Ma Bitcoin non è ancora scomparso, nonostante gli incidenti e la pubblicità negativa, e, d’altro canto, sono in atto iniziative volte a rafforzare la comunità dei suoi utenti, come quelle portate avanti dalla Fondazione Bitcoin. Questi sono indicatori di resilienza che giustificano il perdurante interesse per la più emblematica delle valute virtuali.

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