Disoccupazione giovanile: 24,7 per cento

Il dominio della finanza che blocca ogni misura diretta a contrastare gli atti speculativi che aggravano la crisi e il dominio senza regole della finanza sta rovesciando sulle famiglie italiane un peso insostenibile per la maggioranza della popolazione. Si salva infatti solo il 10 per cento delle famiglie che si impadronisce del 45 per cento della ricchezza italiana e lascia al 90 per cento delle famiglie solo il 55 per cento del reddito. Le diseguaglianze vanno così aggravandosi e a pagarne il peso sono soprattutto i giovani ai quali qualche ministro bellicoso e ignorante vorrebbe anche impedire di protestare. La disoccupazione è salita – avverte l’ISTAT  – all’8,7 per cento e colpisce soprattutto la fascia tra i 15 anni e i 25. In questa fascia giovanile la disoccupazione raggiunge infatti il 24,7 per cento il che significa che un giovane su quattro è disoccupato e non è in grado di mantenersi. E’ incredibile che il governo finga di ignorare queste drammatiche cifre e passi il proprio tempo a vedere con quali artifizi potrà sopravvivere ancora qualche mese. Non si può ignorare che a fronte di queste cifre ci sono grida di dolore per lavori non fatti che si levano da luoghi preziosi come Pompei o da  ponti e strade bloccate dalla neve. La risposta che mancano i soldi non è accettabile perché non si può fingere di salvare il reddito nazionale mentre si assiste impotenti alla dilapidazione del patrimonio nazionale. Trovare una saldatura tra la disponibilità di lavoro e l’invocazione di lavori non rinviabili è il primo compito che deve prefiggersi un governo che continua a gingillarsi con un federalismo fiscale privo di qualsiasi possibilità di entrate e di spese o con messaggini tra Berlusconi e Casini. Qui urge una saldatura da fare a qualsiasi costo con mezzi di emergenza. Non osiamo proporre un servizio civile del lavoro di tipo rigorosamente volontario perché la corruzione dilagante se ne impadronirebbe per costruire ville per amorosi incontri e porticcioli per yachts ma poiché già esistono in Italia strutture valide riteniamo che Vigili del fuoco e protezione civile potrebbero aprire con urgenza concorsi e pensiamo che non sia impossibile reperire cinque miliardi di euro per centri di ricerca e università o chiedere alle fondazioni bancarie uno sforzo a favore dei consorzi di bonifica e delle organizzazioni legate ai lavori agricoli. Occorre una risposta e va data con urgenza se non si vuole che la situazione si esasperi e degeneri.   

t. ag.

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