Dalla democrazia a bassa intensità a quella ad alta intensità: quale ruolo per il sorteggio? (seconda parte)

Ugo Pietro Paolo Petroni, nella seconda parte del suo articolo sul ruolo del sorteggio nella democrazia, illustra alcune recenti esperienze e proposte che vanno dall’utilizzo del sorteggio per accrescere la presenza della società civile nelle Assemblee legislative a varie modalità di applicazione del sorteggio nei partiti e movimenti politici di nuova formazione. Tra queste ultime, Petroni si sofferma in particolare sull’innovativa esperienza di Morena in Messico di integrazione tra elezioni e sorteggio per selezionare candidati e dirigenti politici.

Nella prima parte di quest’articolo, pubblicata sullo scorso numero del Menabò, si é dato conto della riscoperta del sorteggio in diverse esperienze di democrazia partecipativa. Tale riscoperta è da mettere in stretta correlazione con le gravi insufficienze e patologie emerse negli ultimi trent’anni nella democrazia rappresentativa. I cittadini a tutte le latitudini ormai si sentono sempre meno ascoltati e rappresentati da coloro che hanno eletto (quando non si sono astenuti).

Questo fenomeno si iscrive in un contesto di impoverimento della democrazia; di riduzione del dibattito pubblico, sui media e sui social, a una serie di monologhi e di progressiva devitalizzazione della politica. Negli ultimi anni diversi studiosi hanno guardato con attenzione all’antica pratica del sorteggio per rigenerare il sistema democratico e la politica. Un primo flusso di proposte ha riguardato l’utilizzo del sorteggio in sistemi politici bicamerali per sostituire una delle due Camere legislative ovvero per aggiungere ex novo un terza Camera. Esse riguardano paesi densamente popolati ed importanti quali Stati Uniti, Regno Unito e Francia; ma anche, più di recente, un paese di piccole dimensioni come il Belgio. Negli Stati Uniti Ernest Callenbach e Michael Phillips (A Citizens Legislature, Berkley,1985) ritenendo il sistema elettivo del Congresso americano poco rappresentativo e molto esposto alla corruzione, hanno proposto di sorteggiare dalle liste dei giurati, tutti i quattrocentotrentacinque membri della Camera dei rappresentanti, assegnando loro per tre anni, con un’adeguata remunerazione, il compito di svolgere le attuali funzioni legislative, che consistono nel proporre delle leggi al Senato ed esaminare le proposte provenienti dal Senato Nel Regno Unito c’è stata una prima proposta di Anthony Barnett e Peter Carty (The Athenian Option: Radical Reform for the House of Lords, 1998) di costituire per sorteggio la Camera dei lord: con compiti non legati a produrre leggi, ma di sorveglianza della legislazione emanata dalla Camera dei Comuni. L’obiettivo era di democratizzare l’unico Senato in Occidente che ancora contempla membri per diritto ereditario.

La proposta prevedeva anche che tra i seicento membri della Camera dei Lord i sorteggiati fossero obbligati ad accettare l’incarico, quasi fossero dei giurati e in parallelo destinatari di una remunerazione elevata; e inoltre che essi dovessero convivere con diversi membri di rappresentanti di partiti politici, non sorteggiati ma nominati. Dieci anni dopo é stata poi avanzata da Keith Sutherland (A People’s Parliament: A (Revised) Blueprint for a Very English Revolution, 2008) una seconda proposta diretta invece a sorteggiare la Camera dei Comuni soltanto tra le persone con più di quarant’anni. In Francia, il politologo Yves Sintomer (Petite Histoire de l’expérimentation démocratique, 2011) ha proposto di introdurre nel sistema parlamentare francese una nuova terza Camera. I suoi componenti avrebbero dovuto essere cittadini sorteggiati su base volontaria, sufficientemente remunerati e aiutati sul piano tecnico da alcuni collaboratori. A questa terza Camera Sintomer ha assegnato la trattazione di temi particolarmente rilevanti (legge elettorale, ecologia, questioni sociali). In Belgio operano diverse fondazioni e istituzioni (Fondazione Roi Baudouin, Fondazione per le generazioni future, G1OOO) che spingono per un’accentuata valorizzazione del sorteggio a livello istituzionale.

Dal 2014, questo stato federale non ha più il Senato eletto a suffragio diretto e il potere legislativo si basa ormai esclusivamente sulla Camera dei rappresentanti. Nel mese di agosto 2015 i deputati Peter Vanvelthoven e Laurette Onkelinx hanno proposto di trasformare il Senato in una Camera popolare di cittadini; prevedendo un doppio turno di sorteggio al fine di determinarne la composizione. Il primo turno permetterebbe di designare 10.000 mila persone sorteggiate dall’intera cittadinanza belga eleggibile (quasi sette milioni e novecento mila cittadini). Il secondo turno, invece, porterebbe alla designazione a senatore di 150 persone, dopo una specifica e preliminare sessione informativa. Si prevede poi che ciascun senatore sorteggiato abbia un mandato annuale e il compito di elaborare un progetto di legge, tra due temi liberamente scelti. In Italia, l’idea di eleggere i deputati per sorteggio è stata sviluppata soprattutto sulla carta stampata e senza mai la predisposizione di una vera e propria proposta organica. La prima proposta è stata formulata nel dopoguerra da Guglielmo Giannini (La Folla. Seimila anni di lotta contro la tirannide,1945), fondatore del movimento politico “Uomo Qualunque”.

A distanza di oltre sessantacinque anni dapprima Carlo Calenda (Il Foglio,29 dicembre 2011) e poi il costituzionalista Michele Ainis (Corriere della Sera,2 gennaio 2012) hanno suggerito una “Camera dei cittadini” formata mediante sorteggio. Ainis, in particolare, pur senza entrare troppo nei dettagli, ha compiuto nel suo articolo una vera e propria apertura di credito alla “demarchia”, cioè alla democrazia del sorteggio. Corredandola di alcune notazioni, di diversa natura. che appaiono condivisibili e di forte attualità:

a) la fiducia nei partiti è precipitata e il Parlamento è la più impopolare fra le nostre istituzioni;

b) una Camera di cittadini sorteggiati, con funzioni di stimolo e controllo sulla Camera elettiva, aiuterebbe le nostre istituzioni a trasformarsi nello specchio della società italiana;

b) occorre prevedere il limite dei due mandati per i parlamentari, per far sì che la politica non sia più un mestiere e sia segato il ramo su cui i professionisti del potere sono inchiodati;

c) i cittadini devono far sentire la loro voce e non essere meri spettatori della politica.

Nel dibattito pubblico italiano l’idea della Camera dei cittadini sorteggiati, ha incontrato diversi oppositori nel mondo politico, mediatico e accademico e si è presto eclissata. Salvo poi essere rispolverata nei suoi contenuti essenziali il 27 giugno 2018 da Beppe Grillo, garante del Movimento Cinque Stelle. A distanza di oltre sei anni la proposta ha comunque incontrato il medesimo tiepido consenso. Un secondo flusso di proposte sul sorteggio ha riguardato la possibilità di utilizzare quest’ultimo nel processo di selezione dei candidati di partito, in modo da introdurre maggiore democrazia popolare. In Francia nel corso delle elezioni presidenziali 2017 l’idea del sorteggio è stata applicata per selezionare membri di comitati centrali o di assemblee di partito. La République En Marche di Emanuel Macron e la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon hanno, infatti, aperto le porte dei loro partiti al “dirigente sorteggiato“. La République En Marche ha sorteggiato il 25% dei membri del comitato centrale; France insoumise ha estratto a sorte i delegati alla sua Convenzione nazionale, da una lista di 1200 candidati. In Spagna, le sezioni regionali dei partiti di sinistra Izquierda Unida e Podemos hanno sperimentato il sorteggio. Nel 2017 in Andalusia, Izquierda Unida ha selezionato per estrazione a sorte il 15% dei delegati dell’assemblea; mentre Podemos a Valencia e Murcia, ha sorteggiato il 17,5% dei membri del Comitato permanente.

Anche il Movimento paneuropeo per la democrazia in Europa (DiEM25), lanciato nel 2016 dal greco Yanis Varoufakis, ha previsto il ricorso all’estrazione a sorte. All’interno della struttura organizzativa del movimento è previsto un Consiglio di Approvazione composto di 100 membri, che ha il compito di decidere rapidamente in luogo dell’organo principale (Comitato di Coordinamento). Ciascun membro di DiEM25 che desidera essere componente del Consiglio di Approvazione può proporre la propria candidatura sul sito internet di DiEM25. La procedura di estrazione è fondata su un algoritmo avente un unico vincolo interno: la composizione paritaria dei membri tra uomini e donne. Per assicurare la rotazione dei membri ogni componente del Consiglio di Approvazione riceve un mandato non superiore ai sei mesi. In Messico il Movimiento Regeneración Nacional (Morena), sorto come associazione civile e trasformatosi in partito di sinistra nel luglio 2014, ha valorizzato enormemente il sorteggio. Il candidato di Morena, Andrés Manuel López Obrador (detto Amlo) nelle elezioni dell’1 luglio 2018 è diventato Presidente del Messico con il 53,19% dei suffragi. Morena è diventata la principale forza politica del Paese, applicando la medesima strategia inaugurata in occasione del suo primo “battesimo elettorale” alle legislative del 2015, nelle quali le candidature a deputati nei collegi plurinominali, sono state sottoposte ai principi procedurali innovativi stabiliti dall’art. 44 dello Statuto di Morena. L’articolo 44 ha, infatti, disciplinato nel partito in dettaglio le posizioni di rappresentanza a tutti i livelli (locale, federale), prevedendo alla lettera a) che le candidature devono essere la risultante “dell’uso armonioso del metodo di elezione, sorteggio e indagine dei militanti” (Alexei Castro, Propiedades del sorteo para la selección de candidaturas en el partido Movimiento Regeneración Nacional, 2017). Per le candidature dei deputati Morena ha riservato un terzo delle candidature agli esterni al partito, per i quali sono state stabilite nelle liste elettorali le posizioni corrispondenti ai multipli naturali del numero 3 (3,6,9,12,15 ecc.). I restanti due terzi si sono selezionati invece procedendo prima alla designazione di precandidati mediante elezioni e poi a un sorteggio su larga scala. Sono state così organizzate, nelle trecento circoscrizioni elettorali messicane, assemblee distrettuali nelle quali i militanti di Morena si sono riuniti per eleggere dieci individui (5 uomini e cinque donne) in modo da ottenere 3000 precandidature complessive. Tra queste precandidature si è svolta poi a Città del Messico il 23 febbraio 2015 la grande estrazione a sorte in modo da determinare le candidature da inserire nelle liste elettorali.

Questo esperimento innovativo di mix tra elezioni e sorteggio, dove le elezioni precedono il sorteggio, ha consentito a Morena di candidare al Parlamento dei cittadini che in nessun caso sarebbero stati selezionati. Come si è potuto rilevare il tentativo di combinare elezioni e sorteggio si pone come una delle frontiere avanzate del pensiero democratico contemporaneo, che cerca di farsi strada all’interno della rappresentanza istituzionale. Ciò vale soprattutto per i partiti e i movimenti politici di nuova formazione, nei quali il sorteggio è uno strumento essenziale per sradicare il metodo di cooptazione, finora dominante per selezionare la classe dirigente, e per arginare la deriva oligarchica e non democratica dei partiti.

Non c’è dunque molto da stupirsi se l’iceberg di una “nuova saggezza democratica” legata all’utilizzo del sorteggio sia emerso in particolare in Messico dove purtroppo continuano a spadroneggiare corruzione e violenza politica. Nel 1791 il rivoluzionario britannico Thomas Paine così descrisse la saggezza: “E come una pianta senza seme; può essere coltivata quando appare, ma non può essere riprodotta a piacimento. Ce ne è sempre una quantità sufficiente per i fini nella società; ma essa non ha un punto fisso; varia continuamente “(Thomas Paine, I diritti dell’uomo, 2007).

In queste note abbiamo cercato di dare conto delle proposte e degli esperimenti di utilizzo del sorteggio che si sono avuti negli ultimi in diversi ambiti, e che sicuramente mostrano una certa dose di  inventiva. Tuttavia in un mondo nel quale la democrazia continua ad essere svuotata ed esposta al crescente condizionamento del potere finanziario ed economico resta ancora aperta la ricerca di rimedi efficaci, capaci di innescare cambiamenti positivi, La strada di combinare elezioni e sorteggio appare però interessante perché potrebbe permettere di associare le competenze dei politici di mestiere alla libertà dei cittadini, i quali possono essere più attenti al bene comune – e non dovrebbero fare campagna elettorale o intervenire sui media per farsi eleggere. E’ una strada che non confina più il sorteggio ai margini della politica, ma lo considera un serio strumento per rilanciare la democrazia rappresentativa e rinnovare dalle fondamenta le pratiche politiche contemporanee.

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