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Ruggero Paladini continua la sua analisi del recente libro (The Triumph of Injustice) di Saez e Zucman esaminando le proposte di riforma fiscale avanzate dai due autori per il sistema statunitense: l’introduzione di un’imposta personale sui grandi patrimoni e di una nuova imposta su tutti i redditi per finanziare un sistema sanitario pubblico; la revisione della progressività dell’imposta sui redditi e la previsione di un credito di imposta sui dividendi. Paladini valuta pregi, limiti e realizzabilità di queste proposte e ne suggerisce la rilevanza per l’Europa.
Ruggero Paladini continua la sua analisi del recente libro (The Triumph of Injustice) di Saez e Zucman esaminando le proposte di riforma fiscale avanzate dai due autori per il sistema statunitense: l’introduzione di un’imposta personale sui grandi patrimoni e di una nuova imposta su tutti i redditi per finanziare un sistema sanitario pubblico; la revisione della progressività dell’imposta sui redditi e la previsione di un credito di imposta sui dividendi. Paladini valuta pregi, limiti e realizzabilità di queste proposte e ne suggerisce la rilevanza per l’Europa.
Ruggero Paladini nella prima parte di un contributo che proseguirà nel prossimo Menabò si occupa del recente libro di Saez e Zucman, concentrandosi sulla tesi secondo cui negli scorsi decenni in USA all’1% più ricco sarebbe andata un quota crescente non solo del reddito lordo ma anche di quello al netto delle tasse. Quest’ultima tesi è al centro di accesi dibattiti e di recente ha attirato anche l’attenzione dell’Economist. Paladini illustra i problemi da affrontare, tra cui quello della determinazione dell’incidenza delle imposte, e fornisce una valutazione articolata della tesi di Saez e Zucman.
Ruggero Paladini nella prima parte di un contributo che proseguirà nel prossimo Menabò si occupa del recente libro di Saez e Zucman, concentrandosi sulla tesi secondo cui negli scorsi decenni in USA all’1% più ricco sarebbe andata un quota crescente non solo del reddito lordo ma anche di quello al netto delle tasse. Quest’ultima tesi è al centro di accesi dibattiti e di recente ha attirato anche l’attenzione dell’Economist. Paladini illustra i problemi da affrontare, tra cui quello della determinazione dell’incidenza delle imposte, e fornisce una valutazione articolata della tesi di Saez e Zucman.
Demetrio Guzzardi e Elisa Palagi, applicando una metodologia originale, indagano le tendenze della distribuzione dei redditi in Italia. I due autori rilevano che la crisi del 2008 ha accentuato le disuguaglianze, favorendo principalmente l'1% e lo 0.1% più ricco. Queste tendenze sono aggravate dal sistema fiscale, che è solo debolmente progressivo e diventa addirittura regressivo per il 5% più ricco, che, in proporzione al proprio reddito, contribuisce con una quota inferiore di tasse rispetto al resto dei cittadini.
Demetrio Guzzardi e Elisa Palagi, applicando una metodologia originale, indagano le tendenze della distribuzione dei redditi in Italia. I due autori rilevano che la crisi del 2008 ha accentuato le disuguaglianze, favorendo principalmente l'1% e lo 0.1% più ricco. Queste tendenze sono aggravate dal sistema fiscale, che è solo debolmente progressivo e diventa addirittura regressivo per il 5% più ricco, che, in proporzione al proprio reddito, contribuisce con una quota inferiore di tasse rispetto al resto dei cittadini.
Mikhail Maslennikov presenta le principali evidenze empiriche contenute nel Global Tax Evasion Report pubblicato a fine ottobre dall’Osservatorio Fiscale Europeo diretto da Gabriel Zucman. Maslennikov illustra quella che considera una fotografia in chiaroscuro dell’azione di contrasto ai fenomeni di abuso fiscale in ambito internazionale nell’ultimo decennio e commenta le soluzioni avanzate nel Rapporto allo scopo di riconciliare la globalizzazione con una maggiore giustizia fiscale.
Mikhail Maslennikov presenta le principali evidenze empiriche contenute nel Global Tax Evasion Report pubblicato a fine ottobre dall’Osservatorio Fiscale Europeo diretto da Gabriel Zucman. Maslennikov illustra quella che considera una fotografia in chiaroscuro dell’azione di contrasto ai fenomeni di abuso fiscale in ambito internazionale nell’ultimo decennio e commenta le soluzioni avanzate nel Rapporto allo scopo di riconciliare la globalizzazione con una maggiore giustizia fiscale.
Francesca Subioli sulla base delle evidenze raccolte nel primo Global Tax Evasion Report 2024 curato dall’EU Tax Observatory e presentato recentemente a Roma, traccia un bilancio dei successi e degli insuccessi delle politiche dirette a contrastare l’evasione fiscale internazionale e delinea l’agenda per il futuro. Subioli dà anche conto di alcune riflessioni sulla concreta implementazione della lotta all’evasione fiscale in Italia e sul legame che esiste tra fiscalità e disuguaglianze emerse nell’evento di presentazione del Rapporto.
Francesca Subioli sulla base delle evidenze raccolte nel primo Global Tax Evasion Report 2024 curato dall’EU Tax Observatory e presentato recentemente a Roma, traccia un bilancio dei successi e degli insuccessi delle politiche dirette a contrastare l’evasione fiscale internazionale e delinea l’agenda per il futuro. Subioli dà anche conto di alcune riflessioni sulla concreta implementazione della lotta all’evasione fiscale in Italia e sul legame che esiste tra fiscalità e disuguaglianze emerse nell’evento di presentazione del Rapporto.
Gabriele Letta esamina la concentrazione dei patrimoni in Italia e le potenziali implicazioni distributive di un’eredità universale. Dopo una sintetica descrizione delle differenze tra i trend di concentrazione che emergono dai dati amministrativi e da quelli statistici, Letta effettua alcune simulazioni statiche sui dati survey della Banca d’Italia (SHIW, 2016), comparando, in diversi scenari, gli effetti redistributivi di una patrimoniale e di un trasferimento universale di capitale ai giovani.
Gabriele Letta esamina la concentrazione dei patrimoni in Italia e le potenziali implicazioni distributive di un’eredità universale. Dopo una sintetica descrizione delle differenze tra i trend di concentrazione che emergono dai dati amministrativi e da quelli statistici, Letta effettua alcune simulazioni statiche sui dati survey della Banca d’Italia (SHIW, 2016), comparando, in diversi scenari, gli effetti redistributivi di una patrimoniale e di un trasferimento universale di capitale ai giovani.
Mikhail Maslennikov riflette sulla portata del recente accordo del G7 Finanze relativo al ridisegno delle regole di tassazione internazionale d’impresa, inquadrandolo nel più ampio processo negoziale in corso sotto l’egida G20/OCSE. In particolare, Maslennikov, anche attraverso il confronto tra i contenuti dell’accordo e quanto previsto nei Blueprint Reports pubblicati dall’OCSE a ottobre 2020, mette in luce alcuni aspetti positivi ma anche alcuni punti critici, che necessitano chiarimenti, dell’accordo.
Mikhail Maslennikov riflette sulla portata del recente accordo del G7 Finanze relativo al ridisegno delle regole di tassazione internazionale d’impresa, inquadrandolo nel più ampio processo negoziale in corso sotto l’egida G20/OCSE. In particolare, Maslennikov, anche attraverso il confronto tra i contenuti dell’accordo e quanto previsto nei Blueprint Reports pubblicati dall’OCSE a ottobre 2020, mette in luce alcuni aspetti positivi ma anche alcuni punti critici, che necessitano chiarimenti, dell’accordo.
Ruggero Paladini presenta e discute l’accordo raggiunto all’ultimo G7 su un livello di imposizione fiscale minimo per le multinazionali. Paladini ritiene che si tratti di un passo in avanti rispetto ai fenomeni di concorrenza fiscale sviluppatisi in passato ma osserva che per ora l’accordo è limitato ai paesi più grandi e restano da definire molti importanti dettagli tecnici. Un rischio rilevante è che l’aliquota minima, che è molto più bassa di quella che grava sui redditi da lavoro, diventi l’aliquota normale.
Ruggero Paladini presenta e discute l’accordo raggiunto all’ultimo G7 su un livello di imposizione fiscale minimo per le multinazionali. Paladini ritiene che si tratti di un passo in avanti rispetto ai fenomeni di concorrenza fiscale sviluppatisi in passato ma osserva che per ora l’accordo è limitato ai paesi più grandi e restano da definire molti importanti dettagli tecnici. Un rischio rilevante è che l’aliquota minima, che è molto più bassa di quella che grava sui redditi da lavoro, diventi l’aliquota normale.
Paolo Paesani, prendendo spunto da un articolo di Dani Rodrik e da alcuni lavori recenti di Sam Bowles, Wendy Carlin e Luigi Zingales, riflette sull´attenzione crescente che gli economisti mostrano verso l´esigenza di ripensare i paradigmi economici di base. In particolare, Paesani sottolinea come da questi lavori emerga l´esigenza di portare i temi del potere e delle norme sociali al centro della teoria economica, tenendo altresì conto di fattori storici, sociologici e politici.
Paolo Paesani, prendendo spunto da un articolo di Dani Rodrik e da alcuni lavori recenti di Sam Bowles, Wendy Carlin e Luigi Zingales, riflette sull´attenzione crescente che gli economisti mostrano verso l´esigenza di ripensare i paradigmi economici di base. In particolare, Paesani sottolinea come da questi lavori emerga l´esigenza di portare i temi del potere e delle norme sociali al centro della teoria economica, tenendo altresì conto di fattori storici, sociologici e politici.
In questo articolo, curato dalla Redazione del Menabò, viene tradotta e commentata una lettera scritta dal premio Nobel Milton Friedman nel 2001 a sostegno dell’abrogazione dell’imposta sulle successioni, sottoscritta negli anni da centinaia di economisti. La lettera contiene e in parte anticipa molte delle obiezioni mosse ancora oggi alle imposte sul patrimonio in generale. Nell’articolo si illustrano le perplessità che suscitano le argomentazioni di Friedman e si pongono alcune domande, partendo dall’assunto che nessuna imposta è perfetta.
In questo articolo, curato dalla Redazione del Menabò, viene tradotta e commentata una lettera scritta dal premio Nobel Milton Friedman nel 2001 a sostegno dell’abrogazione dell’imposta sulle successioni, sottoscritta negli anni da centinaia di economisti. La lettera contiene e in parte anticipa molte delle obiezioni mosse ancora oggi alle imposte sul patrimonio in generale. Nell’articolo si illustrano le perplessità che suscitano le argomentazioni di Friedman e si pongono alcune domande, partendo dall’assunto che nessuna imposta è perfetta.
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