La povertà dei minori: il labirinto delle statistiche ufficiali

Walter Nanni ricorda che la povertà dei minori in Italia è un fenomeno storico, aggravato in tempi recenti dalla crisi economica e dai tagli alle spese sociali destinate a sostenere le famiglie. Nanni chiarisce anche che la povertà dei minori può essere misurata in vari modi e sottolinea che in Italia la povertà dei minori è significativamente superiore a quella media Europea. Particolarmente grave è che tra il 2012 e il 2013 la povertà assoluta tra i minori sia cresciuta di oltre il 35%.

Affrontare il tema della povertà economica dei minorenni secondo un approccio statistico, significa scontrarsi con una serie di difficoltà metodologiche di cui è necessario tenere conto allo scopo di evitare la divulgazione di dati approssimativi, non sempre scientificamente fondati.

La prima difficoltà risiede nel fatto che il minorenne, in quanto tale, non può essere oggetto di rilevazione statistica autonoma tramite indagini campionarie, ma viene solitamente inglobato nelle informazioni fornite dai componenti adulti della famiglia.

Nello specifico del “caso povertà”, il minorenne viene considerato povero nella misura in cui vive all’interno di in nucleo familiare che si posiziona sotto la soglia di povertà (relativa o assoluta). Nel contesto italiano, tale soluzione si può considerare soddisfacente, in quanto non sono rilevabili nel nostro paese vasti e diffusi fenomeni di povertà di minorenni soli, sganciati dal contesto familiare.

Un secondo elemento di difficoltà risiede nel fatto che spesso non sono disponibili informazioni disaggregate sulle caratteristiche socio-demografiche dei minorenni inglobati all’interno di famiglie povere, dato che tali informazioni non sono sempre rilevate dalle indagini campionarie disponibili.

In terzo luogo, il termine “minore” non è privo di ambiguità; con esso, infatti, si fa riferimento a situazioni notevolmente difformi: dai bambini nella fase della prima infanzia (0-3 anni) agli adolescenti e anche ai «quasi adulti» che sono invece rilevati dalla statistica ufficiale (si pensi al caso dei Neet, ossia dei giovani 15-24 anni che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in attività di formazione, e che sono registrati in modo autonomo dalle rilevazioni statistiche).

Infine, i dati sui minorenni poveri in Italia sono prodotti da Istat ed Eurostat, facendo riferimento a diversi parametri statistici: il reddito mensile, la disoccupazione degli adulti conviventi e le condizioni di deprivazione materiale della famiglia, nel caso di Eurostat e i consumi mensili del nucleo familiare, per quanto riguarda l’Istat. I dati provenienti da tali fonti non sono sempre tra loro coincidenti, vanno presi con una certa cautela, e rispecchiano in ogni caso porzioni in parte sovrapponibili ma non complete né esaustive del fenomeno.

La povertà dei minorenni secondo il parametro del consumo delle famiglie. Secondo i dati Istat, la soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile per persona nel Paese, che nel 2013 è risultata di 972,52 euro (-1,9% rispetto al valore della soglia nel 2012, che era di 990,88 euro). Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore vengono classificate come povere. Per famiglie di ampiezza diversa il valore della linea si ottiene applicando un’opportuna scala di equivalenza che tiene conto delle economie di scala realizzabili all’aumentare del numero di componenti (ma non varia in funzione dell’età dei componenti). La povertà assoluta è, invece, una situazione di povertà grave nel senso che non sono soddisfatti i bisogni primari della persona.

Nel 2013, il 12,6% delle famiglie era in condizione di povertà relativa (per un totale di 3 milioni 230 mila) e il 7,9% lo era in termini assoluti (2 milioni 28 mila). Le persone in povertà relativa erano il 16,6% della popolazione (10 milioni 48 mila persone), quelle in povertà assoluta il 9,9% (6 milioni 20 mila). Tra il 2012 e il 2013, l’incidenza della povertà relativa tra le famiglie è apparsa stabile (dal 12,7 al 12,6%) in tutte le ripartizioni territoriali.

Il 16,2% delle famiglie italiane con almeno un minorenne era povero. L’incidenza della povertà aumenta all’aumentare del numero di minorenni: 23,1% delle famiglie con due minorenni e addirittura il 34,3% delle famiglie con tre o più figli minorenni. Il fenomeno, ancora una volta, è particolarmente evidente nel Mezzogiorno, dove una famiglia con tre o più figli minori su due era povera.

Tuttavia, l’aspetto più preoccupante dei dati Istat riguarda la dimensione della povertà assoluta,. Nel 2013, il 12,2% delle famiglie con almeno un figlio minorenne era in situazione di povertà assoluta. Nei casi di famiglie con tre o più figli minori, l’incidenza arrivava addirittura al 21,3%. In altre parole, una famiglia su cinque in Italia, con più di tre minorenni, si trovava in una situazione di grave indigenza economica.

Dal punto di vista dei valori assoluti, nel 2013, 1 milione 434 mila minori erano gravemente indigenti (nel 2012 erano 1 milione 58 mila). Secondo i dati Istat la povertà dei minorenni in Italia è quindi cresciuta del 35,5% in un solo anno. Se teniamo conto che nel 2013 i minorenni in Italia erano 10.022.928 (dati Istat), la povertà assoluta coinvolge il 14,3% dei minorenni italiani (poco più di uno su dieci).

La povertà dei minorenni nell’approccio del reddito. I dati di fonte Eurostat, inquadrati all’interno della Strategia Europa 2020, fanno invece riferimento a tre diverse dimensioni di povertà: il reddito mediano disponibile equivalente della famiglia, l’incapacità della famiglie di fare fronte ad alcune spese essenziali, la presenza all’interno della famiglia di un persistente problema di disoccupazione. Eurostat fornisce inoltre un indice complesso, che sintetizza i precedenti aspetti, in una misura unica della povertà e dell’esclusione sociale.

In base a tale ultimo indicatore, in Italia, nel 2013, il 31,9% dei minorenni viveva in famiglie “a rischio di povertà o esclusione sociale”. Si tratta di 3 milioni 354 mila minorenni in termini assoluti. Un dato notevolmente superiore a quello fornito dall’Istat relativamente alle situazioni di grave indigenza e povertà assoluta (poco più di un milione di unità).

Il fenomeno appare in diminuzione negli ultimi due-tre anni (32,2% nel 2011, 33,8% nel 2012), ma è comunque più grave rispetto agli anni precedenti l’inizio della crisi economica (27,6% nel 2005). Rispetto agli altri paesi europei, in Italia la povertà minorile supera di 4,3 punti percentuali la media europea (27,6%) e ben 7 punti percentuali la media relativa ai soli paesi dell’area Euro (24,9%).

Povertà cronica, povertà da austerity. In conclusione, i dati europei e nazionali dimostrano che l’estensione della povertà dei minorenni in Italia non è la conseguenza della crisi economica: già nel 2004, la povertà minorile coinvolgeva poco più di tre milioni di bambini, mentre attualmente ne coinvolge 3 milioni 354mila. Rispetto al 2004 (primo anno disponibile dei dati Eurostat), dunque in poco meno di dieci anni, abbiamo 326mila bambini poveri in più. Più che alla crisi economica, che ha comunque privato molte famiglie del lavoro e di altre risorse, dobbiamo guardare alla carenza di lavoro, al disagio sociale diffuso e alla cronica inadeguatezza del sistema di protezione sociale a favore della famiglia in Italia, che non è stato in grado di tutelare adeguatamente il minorenne, attraverso un sostegno economico alla famiglia di origine. Tale storica debolezza è stata recentemente rafforzata dalle misure di taglio alle spese sociali, comuni ad un gran numero di “paesi deboli” dell’Unione Europea, che hanno avuto un impatto negativo sulla capacità dei paesi, soprattutto nella regione del Mediterraneo, di prendersi carico dei bisogni dell’infanzia e dell’adolescenza,

 

Riferimenti bibliografici

Caritas Europa, Child Poverty report, Part. 1 e 2, Brussels, 2012.

European Commission, Investing in children: breaking the cycle of disadvantage, Commissione Recommendation, 20/2/2013.

Eurostat, European Commission, Investing in Chidren, dati on-line aggiornati al 2013, in:

http://ec.europa.eu/eurostat/web/employment-and-social-policy/social-protection-and-inclusion/investing-children

Innocenti Report Card,  Figli della recessione: l’impatto della crisi economica sul benessere dei bambini nei paesi ricchi, Unicef, 2014.

Istat, La povertà in Italia. 2013, Statistiche report, 14 luglio 2014, disponibile in: http://www.istat.it/it/archivio/128371

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